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attività scolastiche:

Ecomuseo dell' adda

sei in Istituto Comprensivo - Di Vona - indirizzo umanistico scientifico - corso D - a. s. 08-09 - pagine delle attività

Gita all'ecomuseo dell'Adda

Il fiume Adda nasce nella Val Fraele (Valtellina). Va da est-ovest,entra nel lago di Como via Colico, si allarga in altri due che sono Garlate e Olgiate. Il parco dell'Adda nord comprende tutti i territori da Lecco a Trucazzano. In questo parco vivono molte specie di uccelli tra cui il cormorano, l'airone cinerino, il cigno maschio e il germano reale, lo svasso e la folaga che non hanno zampe palmate ma sono degli abili nuotatori. Il loro è un modo strano di nuotare: muovono la testa avanti e indietro tendendo a correre sull'acqua. Si trovano anche cavedani che si nutrono d'alghe.Qui si trova la centrale idroelettrica Semenza con il compito di controllare il livello del fiume che diminuisce sempre di più verso il mare. Camminando sul sentiero notiamo subito una scala per i pesci che, saltando i gradini, possono risalire la corrente. In Europa settentrionale ci sono proprio degli ascensori specializzati in questo genere di cose. Continuando il nostro cammino troviamo un maestoso ponte in ferro chiamato Ponte di S. Michele (secondo i bergamaschi) e Ponte di Paderno (per i milanesi). Il ponte, progettato dall'ingegnere svizzero Jules Röthlisberger (1851-1911) e realizzato dalla Società Nazionale Officine di Savigliano (il cui ufficio tecnico era diretto da Röthlisberger), è lungo 266 metri, e si eleva a 85 metri al di sopra del livello del fiume. È formato da un'unica campata in travi di ferro da 150 metri che sostiene, tramite sette piloni sempre in ferro, un'impalcatura a due livelli di percorribilità, il primo ferroviario e il secondo (6,3 metri più in alto) stradale.

La sede stradale è larga cinque metri, ed è a singola corsia. La campata è costituita da due archi parabolici simmetrici e affiancati, leggermente inclinati tra loro e a sezione variabile più snella verso la cima. La scelta di un ponte a singola campata senza appoggi a terra fu favorita sia dalla particolare forma della gola, stretta e profonda, sia dalla volontà di non intralciare la navigazione sul corso d'acqua. Gli archi si appoggiano ad opere cementizie e murarie costruite a metà della parete della scarpata che discende al fiume. I plinti e i contrafforti di sostegno sono costituiti da oltre 5.000 metri cubi di pietra di Moltrasio e 1.200 metri cubi di granito di Baveno. Nel più basso dei due livelli del ponte vero e proprio passa la linea ferroviaria elettrificata (Milano-Bergamo via Carnate), mentre sul livello superiore si trova un tratto della strada che da Lecco arriva a Bergamo, assorbendo principalmente la viabilità locale. La struttura è interamente chiodata, e non fa uso di saldature: alla fine del XIX secolo quando il ponte fu eretto la tecnica della saldatura richiedeva impianti ancora troppo poco pratici per essere adoperati nella saldatura di manufatti in opera, specie se di dimensioni così rilevanti e in posizioni poco agevoli. Le macchine portatili per la saldatura, soprattutto quelle a elettrodi, si sarebbero cominciate a diffondere solo pochi anni dopo e si sarebbero affermate solo con la Prima guerra mondiale. Il risultato di questi limiti tecnici fu una opera di ingegnerizzazione imponente per l'epoca, con 100.000 chiodi ribattuti che reggono le oltre 2.500 tonnellate della complessa struttura a maglie triangolari degli archi, dei piloni e dei due livelli percorribili. Da solo il doppio arco pesa oltre 1.320 tonnellate, mentre la travata principale raggiunge le 950 tonnellate e i piloni ammontano a 245 tonnellate. Per le sue particolarità tecniche, il ponte è considerato un capolavoro dell'archeologia industriale italiana, nonché una delle più notevoli strutture realizzate dall'ingegneria ottocentesca. Si trova a poca distanza da altri due impianti di grande rilevanza, le centrali idroelettriche Esterle e Bertini. La rilevanza del ponte San Michele dal punto di vista storico è paragonabile alla quella della costruzione della Torre Eiffel, eretta esattamente negli stessi anni e con le stesse tecnologie. Entrambe le strutture all'epoca della costruzione divennero il simbolo del trionfo industriale per i rispettivi paesi. All'epoca della sua costruzione, il Ponte San Michele era il più grande ponte ad arco al mondo per dimensioni e il quinto in totale per ampiezza di luce.

Al ponte è legata una leggenda, secondo cui il progettista Rothlisberger si sarebbe suicidato prima del collaudo per timore di un fallimento: in realtà Rothlisberger morì di polmonite il 25 luglio 1911 nella sua casa di Chaumot. Nella seconda guerra mondiale gli inglesi tentarono di bombardarlo più volte ma non ci riuscirono mai. Più avanti troviamo la diga a paconcelli,formata da tanti pali di legno a fiammifero;nel 1900 vi era anche la casa del custode delle acque. E qui si trova il fenomeno della sessa cioè l'accumulo d'acqua in un tratto. Dove si accumulava troppa acqua veniva tolto il paletto. Andando avanti troviamo molte piante tra cui: rosa selvatica, ontano nero, sambuco, acero campestre, nocciolo, carpino nero, biancospino, corbezzolo, arginase. Nel fiume troviamo le trote fario e salmonata. Entriamo poi nel museo leonardesco e ci sediamo in una stanza ad osservare un video e riproduzioni di quadri. Delle invenzioni di Leonardo,la più famosa è quella delle chiuse: il loro funzionamento dipende da un ponte canale che permette il superamento di un corso d'acqua, tramite una grande conca costituita da un sistema di chiuse poste a una determinata distanza l'una dall'altra. Le chiuse consentono alle imbarcazioni di superare un dislivello d'acqua.Nelle note scritte a fianco dei disegni, Leonardo descrive in che modo devono essere costruite le sponde del canale per evitare che l'acqua eroda la ghiaia delle sponde stesse e per impedire possibili allagamenti. Inoltre, per problemi legati alle eventuali piene dei corsi d'acqua, Leonardo indica come costruire il fondo del canale e i periodi migliori per effettuare questi lavori. Siamo saliti poi su un traghetto leonardesco di Imbersago.Il Traghetto di Leonardo è un particolare tipo di traghetto a mano che prende il nome dal suo inventore, Leonardo da Vinci. È composto interamente in legno ed è studiato per funzionare sui fiumi. In particolare il suo studio è stato sviluppato sull'Adda, perché il celebre inventore vi ha trascorso una parte della sua vita. Unico rimasto di quelli presenti sull'Adda, è una copia recente della macchina disegnata da Leonardo, in grado di muoversi tra le sponde dell’Adda semplicemente sfruttando la corrente, grazie alla conformazione degli scafi, alla direzione del timone e al filo, teso tra le rive, lungo il quale scorre.


A cura di:Nicolì Christian, Sota Denis, Godi Federica