Era un giorno come gli altri, ma nell’antico Egitto non proprio; il faraone era infuriato perché il suo scriba personale gli aveva scritto una frase al posto di un’altra.
<> tuonò Ramses <<Arrestate lo scriba perché non ha obbedito ai miei ordini>>.
Lo scriba cercava tutte le scuse per non farsi arrestare, ma il faraone era impassibile, inalterabile.
Il povero scriba approfittando di un momento di distrazione delle guardie scappò a gambe levate e corse fino al far della sera; arrivato in un posto arido, vide in lontananza una porta sospesa nell’aria. Appena si avvicinò ad essa, comparve una scala d’oro; lo scriba s’impaurì, poi, quando acquistò un po’ di coraggio iniziò a salire. Arrivato in cima sentì forti rumori provenire dal retro della porta. Con decisione la aprì.
Dietro la porta vide un mostro, con una coda lunga che finiva a punta: era tutto rosso e sopra la testa aveva due corna lunghe.
Appena il mostro vide lo scriba lo guardò con i suoi occhi di fuoco ed esclamò: <<
> .
Non appena lo scriba cercò di scappare… la porta, scomparve.
Si sentì in trappola e allora supplicò: <>.
Il mostro a sentirsi dire queste cose fu subito felice ed accettò subito.
Il giorno seguente erano in viaggio verso il faraone. Dopo ore di cammino arrivarono in vicinanza della città.
Il loro piano era di distrarre le guardie durante la notte e di entrare nella camera reale: là avrebbero preso il faraone e lo avrebbero ucciso.
Scese la notte e i due assassini si preparavano; quando l’ultimo raggio di sole calò iniziarono ad avvicinarsi fino ad arrivare alle prime case.
Svoltarono dietro una casa e videro delle guardie, allora cambiarono strada, ma anche dall’altra parte c’erano delle guardie: si sentivano in trappola, allora decisero di entrare in un granaio.
Quando videro che il passaggio era libero si avvicinarono sempre di più al palazzo reale.
Finalmente riuscirono ad entrare, arrivarono davanti al faraone, il mostro lo stava per uccidere ma quando lo scriba guardò il mostro vide che aveva gli occhi , iniettati di sangue; in quel momento, una forza proveniente dal suo cuore lo fermò e ferì il diavolo che non morì, ma si divise in quattro e tirò un urlo così potente da far tremare il palazzo poi scomparve.
Subito arrivarono le guardie e videro lo scriba davanti al letto con una spada a quel punto lo scriba svenne. Nei giorni seguenti fu nominato generale dell’esercito imperiale.
Cristiani Leonida & Francesco Florean