Nel bosco in cui ci trovavamo si notavano molte specie di alberi: abeti rossi, faggi, rose canine che con i loro
frutti rossi si distinguevano bene dal marronedel bosco in autunno, tantissimi arbustie il muschio, che generalmente era più fitto sulla parte di tronco rivolta a nord.
Bastava alzare lo sguardo e si notava che gli alberi, con i loro rami, formavano un filtro ai
raggi del sole. Se di nuovo abbassavi lo sguardo e guardavi attentamente, vedevi delle piccole coccinelle marroni che si mimetizzavano in mezzo a tutte quelle foglie del loro stesso colore che ricoprivano il terreno.
I colori che più mi affascinavano erano il marrone delle fogliecadute, l’argenteo delle betulle, dei faggi, e delle rocce della “Grignetta”che si scorgeva fra i rami degli alberi, infine il verde scuro degli arbusti.
Si sentiva lievemente il rumore di un ruscello inlontananza e il vento che frusciava fra le rocce e i rami.
Si percepiva intensamente l’odore della legna bagnata dalla rugiadamattutina e del terriccio da poco smosso dai piedi dei nostri compagni.Sentivamo fortemente l’umidità sulla nostra pelle, mentre un venticello che scendeva dalle rinfrescava l’aria.
era tutt’altra cosa: si distingueva a mala pena il bosco; e la luna emanava una luce fioca appena sufficiente per vederci, gli alberi sembravano dei giganti e gli arbusti apparivano come feroci animali, streghe che si accucciavano dietro gli alberi, orsi che a momenti ti assaltavano e si nascondevano acquattati nell’ombra. La strada sembrava un gigantesco serpente che si snodava nel bosco. Il fruscio del vento era uguale a quello dei fantasmi. Lo scricchiolio dei rami ti metteva timore, paura. È stata un’esperienza , ma emozionante che ci ricorderemo per sempre.
Florean Francesco &Cristiani Leonida