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attività scolastiche:

tre giorni in umbria e marche

sei in Istituto Comprensivo - Di Vona - indirizzo dei linguaggi e della com. - corso E - a.s. 08-09 - pagine delle attività

tre giorni in Umbria e Marche

PRIMO GIORNO

Lo stavamo aspettando dall’inizio dell’anno. Le nostre menti andavano svuotate da tutto quello stress che mesi di scuola e studio ci avevano inflitto. Vogliamo informarvi, o voi che leggete, che tutti i brutti voti che abbiamo collezionato in questo arco di tempo, sono stati causati dal pensiero costante che rivolgevamo al fatidico giorno. Sembrava impossibile ma è arrivato,precisamente il 2 maggio 2007 alle ore 9,10 dalla stazione centrale di Milano, è partito un treno pieno di agitati ragazzi emozionati dall’evento: quei ragazzi eravamo noi!

Abbiamo viaggiato per non poche ore, ma il tempo volava, passandolo tutti insieme. Appena arrivati a Pesaro, siamo saliti su un pullman per Gradara. Nonostante fossimo sfiniti da ore di divertimento, interessati soltanto ad arrivare nella nostra sconosciuta locanda, ci ricordiamo ancora qualche piccola, diciamo minuscola, nozione di storia dell’arte.
Gradara è situata nelle Marche e si trova in provincia di Pesaro.
Il borgo di questa città si trova su un’altura di 142 m sul livello del mare, è fortificato da mura trecentesche che nel punto più altosi saldano alla rocca. Dal mastio, la torre più alta, si gode soprattutto di sera uno splendido panorama sui colli marchigiani e romagnoli. Il mastio è circondato da due giri di mura. Le mura più esterne servivano a proteggere la cittadina, quelle più interne per la protezione della rocca.

All’interno della corte, ridendo e scherzando, abbiamo visitato vari ambienti tra cui: la cappella, la camera delle torture, la stanza dei putti e alcune camere personali. Tra le stanze private abbiamo visitato la camera di una fanciulla. Nel pavimento della stanza si trovava una mattonella di legno, nascosta fra le altre di cotto, che aveva lo scopo di far ascoltare le confessioni fatte nella cappella sottostante. Questo era possibile grazie alla struttura a botte del soffitto della cappella, decorato con vari dipinti. Il tetto è costituto da un sottile strato di muro. Era così possibile ascoltare più facilmente le confessioni, dovendo il suono attraversare solo pochi centimetri di tetto. Questo piccolo e apparentemente insignificante particolare, ci è rimasto impresso grazie al nostro grande interesse nel farci i fatti degli altri.

Nella Rocca di Gradara avvenne il famoso fatto d’amore tra Paolo e Francesca, citato anche nella Divina Commedia di Dante Alighieri. Come tutti dovrebbero sapere, questo romantico fatterello purtroppo si è concluso in modo cruento e tragico. Per persone molto sensibili e che credono nell’amore sarebbe stato un durissimo colpo, per fortuna nessuno di noi è particolarmente fragile e siamo rimasti tutti di ottimo umore.

Dopo la visita di Gradara siamo andati per la prima volta in locanda. Nonostante gli spostamenti in pullman fossero sempre momenti di allegria, tra gioia, musica e chiacchiere, è stato bellissimo arrivare all’Alce Nero.
Per i maschi sicuramente un po’ più che per le ragazze, dal momento che le loro stanze erano in locanda. Le ragazze, invece, alloggiavano al monastero, che si trova ad un chilometro, tutto in salita, dalla locanda. È stato veramente faticoso arrivare lassù.Prima di cenare e dopo aver consegnato il nostro album di disegni alla professoressa Cassina, noi ragazzeabbiamo passato ore ed ore a truccarci, pettinarci e prepararci per la serata che si presentava molto movimentata…. Anche i ragazzi presumiamo si siano preparati e “ingellati” per apparire più decenti del solito…. Dopo la cena, rigorosamente biologica, ci siamo precipitati a cercare di sintonizzarci con la Rai Uno dove trasmettevano una partita del Milan. Stranamente era l’unica rete che non si vedeva. Dopo vani tentativi, abbiamo dovuto arrenderci a seguirla via radio, senza grande dispiacere di alcune ragazze interiste o juventine che gufavano contro il Milan. Solo alcuni inc orreggibili di noi hanno continuato a seguirla, mentre la maggior parte dei restanti si è cimentata in un’emozionante partitina a nascondino in mezzo al buio e all’impervie viuzze che circondavano la locanda. Eravamo ancora tutti un po’ spaventati dal non sapere cosa c’era nascosto nel buio, ma ciò non ha rallentato il nostro desiderio di divertimento.
Dopo urli e schiamazzi notturni, a malincuore siamo dovuti tornare nelle nostre stanze dove il divertimento non sarebbe finito…. I maschi, poverini, sotto la sorveglianza di ben due professoresse, non hanno potuto cogliere pienamente l’essenza della notte e del buio…al contrario di noi ragazze. Loro, infatti, hanno dovuto stendere la relazione del giorno, non del tutto consapevoli che si sarebbe fatta al nostro ritorno in classe. Mentre noi, creature acute e superiori, ce ne siamo allegramente infischiate. Non per il nostro grandissimo menefreghismo verso l’istruzione, cosa da non pensare neanche, ma noi avevamo capito fin dall’inizio il destino della relazione. Così abbiamo passato una piacevolissima notte raccontandoci storie horror, in compagnia dei nostri inseparabili compagni d’avventure…la nostra torcia e una serie di sgradevoli odori provenienti dai nostri piedi….

SECONDO GIORNO

La mattina del 3 maggio 2007, tutti ancora totalmente assonnati, siamo andati a fare una passeggiata sui monti delle Cesane. Dove, osservando le bellezze paesaggistiche, abbiamo trattato i più svariati argomenti: comunismo, fascismo, immigrazione, politica estera, economia italiana, governi passati e attuali, mitologia, e… scusateci ma non possiamo ricordarci proprio tutto.
Nel pomeriggio, dopo aver mangiato e esserci rimpinzati di cibo, abbiamo visitato il centro e il palazzo d’Urbino. Urbino si trova nelle Marche come d’altronde il suo Palazzo Ducale.
È stato costruito fra il 1200 e il 1300 in soli sei anni. E…incredibile ma vero, è il palazzo dell’epoca più grande d’Europa. Non è stato costruito per scopi difensivi, ma era sede degli uffici amministrativi e residenza del duca Federico da Montefeltro. Invece di interessarci alla vita e alle gesta di questo intrigante personaggio, ci ha colpito molto la sua malformazione ossea del suo adorabile nasino.

Cambiando argomento, il palazzo Ducale è diventato famoso per il suo impianto di fognature e di acqua corrente, cosa rara per quel tempo.

Al suo interno si trova un giardino pensile e si narra che si possano contare tante stanze quanti i giorni dell’anno, ma noi ovviamente non ci abbiamo creduto. Sotto le stanze del Duca vi sono i bagni e un sistema di scarico che li collega alle fognature. In ogni stanza è presente un camino per riscaldare l’ambiente, tuttavia d’inverno faceva molto freddo e l’ultimo duca d’Urbino vi ci si recava solo d’estate. Nel palazzo oltre agli appartamenti del Duca, si trova lo studio di Federico da Montefeltro, dove si recava per studiare e riflettere. Le pareti della stanza sono divise in due parti decorate diversamente. La parte bassa è un intarsio nel quale sono raffigurate le passioni e gli interessi di Federico. Nella parte alta si possono vedere ritratti di letterati, poeti famosi o contemporanei del duca, che gli erano di grande esempio, come Omero, Dante Alighieri e Lorenzo de Medici, praticamente la sua collezione di figurine Panini in formato gigante. Siamo rimasti a lungo nello studiolo, attratti da tutti quegli intarsi nel legno, bloccando addirittura il traffico di tutti i visitatori.

Abbiamo anche visto il quadro “La città ideale” di un autore anonimo, che rappresenta il prototipo di città perfetta per l’uomo rinascimentale. In seguito abbiamo ammirato il ritratto di una donna, dipinto da Raffaello Sanzio, chiamato “La donna muta”, siccome il vero nome è ancora sconosciuto. Anche il nome del committente è ancora ignoto. Abbiamo osservato due dipinti di Piero Della Francesca la “Madonna di Senigallia” e “La flagellazione di Cristo”. Il nostro interesse per l’arte è stato sostenuto dalle morbide panchine di velluto rosso, su cui ci accasciavamo. Infine siamo usciti dal palazzo, abbiamo visitato il centro di Urbino e siamo tornati, con nostra gioia, in locanda. Dopo aver cenato, abbiamo deciso di giocare di nuovo a nascondino. Questa volta però ci siamo inoltrati tutti insieme nel buio pesto, lasciando da solo il poveretto che contava. Siamo andati nel buio a ridere e scherzare e per rendere ancora più difficile il nostro riconoscimento, ci siamo scambiati le felpe e altri accessori vari…. Dopo urla che sembravano provenire da un film horror, siamo dovuti andare a letto. Noi ragazze, per fortuna, siamo state accompagnate in macchina fino al monastero. Prima di andare definitivamente a dormire, ci siamo ritrovate tutte in una sola camera, con l’intento di metter giù la relazione. Invece abbiamo navigato in un mare di zucchero, caramelle frizzanti, patatine messicane e peperonata piccante. Tutto questo per festeggiare, anche senza la sua presenza, il compleanno di Matteo Coppola. Infatti abbiamo canticchiato a mo’ di satanici, la canzoncina di buon compleanno, con il vivavoce di un cellulare, cercando disperatamente un po’ di campo.

TERZO GIORNO

Il giorno 4 maggio, sempre compleanno del nostro compagno Matteo Coppola e ultimo giorno di permanenza, ridendo e schiamazzando, ci siamo recati nella cittadina di Gubbio. Grazie alla nostra nuvoletta di pioggia milanese, abbiamo passato l’intera giornata sotto una pioggia costante, ma l’acqua non ha lavato via dalle nostre menti alcune informazioni. Gubbio è una città di origine etrusche e romane, ma nel 1384 divenne proprietà del solito duca Federico da Montefeltro.

Appena arrivati in città, la professoressa Cassina ci ha invitato ad ammirare la bellezza architettonica e l’uniformità degli edifici costruiti in pietra locale. Purtroppo si è verificato molto difficile seguire alla lettera le indicazioni della nostra guida, a causa del “meraviglioso” tempo. Camminando, facendo lo slalom tra automobili che volevano a tutti i costi, come si suol dire”metterci sotto”, per la via principale, abbiamo raggiunto la Piazza della Signoria. Sulla piazza a quattro lati, si affacciano tre palazzi. Il quarto lato è una balconata che si affaccia sul panorama sottostante, mostrandoci una veduta sul resto della cittadina. Abbiamo visitato il Palazzo dei Consoli, la cui entrata è formata da una scala a ventaglio. All’interno si apre un salone il cui soffitto è composto da tre volte a botte. Successivamente le professoresse ci hanno lasciato una mezz’oretta per comprare prodotti alimentari tipici, ceramiche e altri souvenir. I prodotti “tipici” che abbiamo acquistato, sono stati patatine, fate portafortuna e lattine di Coca Cola. Dopo aver visitato Gubbio ci siamo recati al ristorante Palazzina Sabatelli, dove per gioia e giubilo di alcuni, abbiamo mangiato.
Come primo piatto abbiamo gustato un’ottima pasta al sugo di pomodoro con piselli e melanzane. Come secondo ci hanno servito un arrosto al sugo di mele con patate al forno. Come contorno ci hanno portato una buona insalata mista. Abbiamo poi festeggiato il compleanno di Matteo Coppola. Non avendo una torta di dimensioni decenti, abbiamo usato una pera. Infine ci siamo diretti con il pullman alla stazione di Pesaro, dove abbiamo preso il treno per Milano.

E’ stata una bella esperienza, poiché abbiamo passato tre giorni insieme ai nostri compagni, abbiamo imparato ad organizzarci da soli, abbiamo visitato tanti edifici e città importanti con una guida così brava, simpatica ed esperta nella storia di questi luoghi come la professoressa Cassina e, da non dimenticare...... ci siamo DIVERTITI MOLTISSIMO!!!!!!!

La Classe 2E