Visita al villaggio operaio di Crespi d’ Adda

Il giorno 9 maggio 2012 la classe terza M, insieme alla terza D, si è recata al villaggio di Crespi d’ Adda.

Ci siamo ritrovati a scuola alla solita ora, ma in realtà siamo partiti con un’ ora di ritardo a causa di un inconveniente. Con il nostro pullman GT e con le professoresse Zecchinelli Malavasi e Tedeschi, finalmente, alle 9.30, siamo arrivati a destinazione!

Crespi d’ Adda è un villaggio operaio sorto nel 1878 per opera di Cristoforo Crespi, da cui il nome. Appena arrivati, siamo andati al Punto Informazioni, nel quale ci hanno fatto vedere un filmato sulla seconda rivoluzione industriale e sulla fondazione del villaggio.

Esso nasce per dare un’abitazione ai lavoratori dell’industria appena sorta, che, quasi tutti agricoltori provenienti dalle campagne circostanti, grazie a esso non avrebbero dovuto percorrere troppa strada per raggiungere il posto di lavoro.

La fabbrica: l’ industria produceva il filo di cotone che veniva trasportato mediante barche collegate ai cavalli con delle corde chiamate alzaie; da qui il nome di “alzaie” per le strade sulle sponde dei Navigli. Il villaggio in mezzo ai fiumi Brembo ed Adda era infatti un punto strategico: era facile il trasporto e inoltre l’acqua era un ottimo mezzo per produrre energia. Infatti sorse una centrale idroelettrica adiacente alla fabbrica, in maniera tale da produrre l’ elettricità per la fabbrica stessa.

L’ ambiente all’ interno della fabbrica era malsano perché per filare il cotone occorreva mantenerlo molto umido; i Crespi tuttavia migliorarono le condizioni di lavoro riducendo i turni dalle consuete sedici alle dodici ore. La fabbrica, come tutto il villaggio, è rigorosamente in stile Liberty. Con gli anni ’30, l’azienda finì in mano alla STI, la quale chiuse definitivamente lo stabilimento nel 2003.

Il villaggio: venne costruito tra l’ apertura della fabbrica e il 1930. Il figlio di Cristoforo, Silvio, essendosi laureato molto presto, in seguito alle decisioni del padre viaggiò per larga parte dell’ Europa, lavorando come operaio in varie fabbriche. Fu grazie a lui che venne costruito il villaggio, proprio perché aveva visto le terribili condizioni in cui vivevano gli operai dell’epoca.

Esso è diviso in due zone: la parte a nord è quella con le casette operaie, mentre la parte a sud è formata più che altro dai servizi. I locali delle case erano tutto sommato grandi (4x4): i Crespi volevano che dopo il lavoro gli operai fossero lieti di tornare in un ambiente accogliente. C’era inoltre un giardinetto per ogni casa, nel quale poter coltivare un piccolo orto per integrare la tavola; essi erano recintati dalle fasce di ferro che tenevano legate le balle di cotone.

L’altra zona era formata dai servizi: il cimitero col mausoleo dei Crespi, i lavatoi, un albergo, un centro dopolavoro, un piccolo ospedale, una chiesa, le docce e la piscina, centro sportivo e velodromo, un teatro, una cooperativa di alimentari e, grande vanto del villaggio, la scuola (fino alla quinta elementare!). Ci sono inoltre delle ville degli anni ’20, più grandi e più signorili, costruite per i capireparto e i dirigenti

Il villaggio Crespi è ancora oggi abitato ed è patrimonio dell’ UNESCO e dell’ Accademia delle Belle Arti.

La centrale idroelettrica di Trezzo: nel pomeriggio ci siamo recati a Trezzo sull’ Adda, a pochi chilometri da Crespi. Qui abbiamo potuto vedere la centrale idroelettrica.Sotto la centrale ci sono nove volte che ricevono l’ acqua e, grazie a un balzo di nove metri, fanno girare ben nove turbine. Un tempo, vicino alla sala gestione c’era una centrale termoelettrica ma, considerata poco redditizia, venne messa in disuso. Vicino alla centrale l’Adda si divide in due parti: da una parte c’è uno sbarramento e dall’ altra un canale artificiale con una chiusa per far passare i barconi.

Uscita interessante, la rifaremmo volentieri!

Lorenzo Fracchiolla e Marco Giacomazzi