INCONTRO CON PAOLA ZANNONER

La letteratura L’1 marzo la classe 3M si è recata nell’auditorium della scuola per incontrare la scrittrice Paola Zannoner, dopo aver letto il suo libro “Il Vento di Santiago” durante le vacanze di Natale. Prima dell'incontro, abbiamo lavorato e discusso sul libro con la nostra professoressa di italiano e abbiamo formulato delle domande da porre all’autrice.

La scrittrice è una donna sulla cinquantina ma molto giovanile, vestita con un completo elegante.
Prima di parlarci di lei e dei suoi libri ci ha raccontato, con un marcato accento toscano, di quanto per lei siano importanti la lettura e la letteratura: <<È come un bosco pieno di vie che rappresentano le varie opzioni da prendere. La poesia, come la letteratura, serve a “nutrire” l’animo, come il cibo nutre il nostro corpo.

Senza di essa saremmo come gatti, vivremmo solo il moment presente, perderemmo il senso del tempo e di ciò che ci circonda. La letteratura ci restituisce a noi stessi, a quello che siamo; ci fa riflettere, serve ad ampliare e migliorare il nostro linguaggio e la nostra memoria>>.

Paola Zannoner sostiene che i ragazzi italiani vivano con ostilità il mondo dei libri, mentre in altri paesi come Inghilterra e Stati Uniti c’è un’educazione alla lettura più sviluppata dovuta alla tradizione. Personalmente non ci troviamo d’accordo con questa affermazione, perché in Italia, nonostante si dica che i ragazzi non leggono, molti libri per giovani sono ai vertici delle classifiche letterarie.

Ci ha detto anche che molti film tratti da libri sono meno soddisfacenti rispetto ai libri stessi, infatti anche noi pensiamo che un film non renda appieno il messaggio che trasmette un romanzo. Leggendo, ognuno ‘interpreta’ i personaggi e i luoghi delle vicende, mentre sulla pellicola  sono rappresentati come il regista li ha immaginati.


 

La scrittrice Scrive libri da 15 anni. Prima ha lavorato come segretaria in una biblioteca e poi è stata critico letterario. È all’avanguardia nei suoi “strumenti” di lavoro:  scrive i suoi romanzi solo su tablet e legge e-book. Non ha un uno studio proprio perché preferisce scrivere nella Biblioteca Comunale di Firenze, dove si sente a proprio agio e dove può trovare persone come lei, che studiano, scrivono o leggono. La biblioteca è uno dei luoghi in cui si documenta per scrivere i suoi libri; la ricerca, per la scrittrice, è la parte più divertente della procedura per scrivere un libro, ma anche la più lunga.


Il Libro “Il Vento di Santiago” è uno dei suoi primi libri, scritto nel 1998. Il romanzo parla di un ragazzino, Jorge, che vive a Santiago con i suoi genitori, ricchi borghesi. Da qualche tempo, però, il ragazzo è turbato dalla presenza di un'anziana donna che lo aspetta ogni giorno davanti a casa. Jorge si chiede che cosa voglia da lui e soprattutto perché i suoi genitori siano così sconvolti da chiamare la polizia. Forse Jorge è legato agli avvenimenti della dittatura cilena…

Paola Zannoner ci ha detto di averlo scritto perché, quando è avvenuto il colpo di stato, lei era una ragazzina e ha seguito personalmente le vicende che venivano trasmesse da radio e telegiornali.
Il titolo richiama il vento: un elemento simbolico, spirituale. La scrittrice fa riferimento alla canzone di Bob Dylan Blowing in the Wind. In classe,invece, avevamo ipotizzato che il vento fosse una forza invincibile, che non si ferma neanche di fronte agli ostacoli più grandi, proprio come le donne alla ricerca dei loro cari.

L’autrice ha dedicato il libro alla sorella, perché le è sempre stata vicina e ha partecipato con lei a manifestazioni e incontri con cantanti e ballerini cileni, testimoni della guerra civile. Ci ha raccontato che gli artisti sono i primi a scappare dai paesi dove si profila la minaccia di una dittatura: sarebbero i primi “nemici dello Stato”, visto che, grazie al loro lavoro, sono in grado di esprimere e diffondere il dissenso del popolo. La Zannoner ha avuto l’occasione di conoscere Luis Sepúlveda, lo scrittore cileno de “La Gabbianella e il Gatto che le insegnò a volare”, arrestato durante la dittatura di Pinochet. Mentre era in prigione un generale gli aveva chiesto un giudizio sulle poesie da lui stesso composte; ovviamente, se lo scrittore avesse dato un giudizio positivo si sarebbe guadagnato la simpatia del superiore e i relativi privilegi. Nonostante ciò, dopo aver letto le poesie, Sepúlveda si sentì in dovere di esprimere il suo vero parere, così disse al generale che non gli piacevano: era l’ unico atto di libertà che poteva concedersi!
L’autrice ci ha fatto notare che nel “Vento di Santiago”,come nella vita,sono le donne a prendersi cura di tutti. La letteratura femminile nell’ antichità non era considerata. Le società in cui le donne sono sottomesse sono violente, eppure sia l’uomo che la donna sono due componenti fondamentali della società. Ha fatto riferimento a un libro che sta leggendo,“Dal Giappone per amore”,che narra di alcune donne giapponesi che raggiungono in America i mariti conosciuti per lettera. Una volta arrivate, le sposine scoprono che i mariti, che si descrivevano come benestanti, non lo sono e così sono costrette a fare le contadine.

Infine, un’ultima annotazione della  Zannoner sul suo romanzo: in esso   non c’è traccia di vendetta,ci ha detto, ma è   invece presente il messaggio del perdono. Secondo noi però la scrittrice  non è riuscita a trasmettere appieno questo messaggio, perché, ci sembra, la nonna del protagonista non ha perdonato i colpevoli, ma ha solamente lasciato al suo destino il nipote, per regalargli un futuro sereno, proprio come fanno (o dovrebbero fare!) i genitori con i propri figli.

Infatti il libro non termina con un classico “happy end” americano, ma con un finale ‘sospeso,’che lascia al lettore la libertà di immaginare se Jorge in futuro scoprirà chi è veramente….


COMMENTO PERSONALE L’incontro è stato piacevole e interessante. Noi, però, ci aspettavamo che ci parlasse un po’ di più delle sue opere, mentre l’autrice ci si è soffermata maggiormente sui libri che ha letto e  che le sono piaciuti.  Sembrava quasi che volesse scappare dal “Vento di Santiago” e che si trovasse più a suo agio nelle vesti di critica letteraria...


                                                                        Andrea Clerici e Anna Chiara Montrasio