Sulle tracce di Leonardo…
Il 7
febbraio la mia classe si è recata al Museo della Scienza e della Tecnica e a
visitare il Cenacolo e
Lo scopo
dell’uscita didattica era approfondire la storia e le opere di Leonardo da
Vinci, perché l’indirizzo della nostra classe si chiama proprio “Leonardo”.
La prima
tappa del nostro percorso è stata il Museo della Scienza e della Tecnica, dove
abbiamo visto vari modellini costruiti seguendo i suoi progetti, con la nostra
accompagnatrice Marta. Molti di questi macchinari non furono mai realizzati,
perché erano troppo avveniristici per il tempo.
La prima
parte dell’esposizione contiene numerosi prototipi di navi; il primo modellino
che abbiamo visto è un’imbarcazione ideata per permettere il passaggio dei
soldati attraverso un fiume non guadabile a piedi. La nave era una specie di
enorme galleggiante con il fondo apribile, nel quale veniva stivata della
ghiaia. Il galleggiante era posto di traverso al fiume e il pavimento si apriva
lasciando cadere il pietrisco, che serviva ad alzare il letto del fiume e
quindi a permettere il passaggio dei soldati.
Un altro plastico d’imbarcazione è quello che serviva per
tenere pulito il fondo dei canali: una zattera era trainata da due barche che,
inoltre, avevano una benna (una specie di pala). C’erano delle manovelle,
all’estremità del sostegno per la treggia, che servivano a fare girare
l’argano. Quando la benna girava, raccoglieva le alghe e il fango e le
depositava sulla zattera perché aveva il fondo obliquo che faceva cadere i detriti
automaticamente.
Un’altra barca mai realizzata da Leonardo è un prototipo di
barca da guerra con uno sperone all’altezza della chiglia: serviva a bloccare
la nave avversaria per permettere l’arrembaggio. C’era però una variante di
questa barca: il rostro era mobile e montato su una piattaforma, in modo da
poter bucare il ponte. Così immobilizzata la nave nemica, si poteva andare
all’arrembaggio senza problemi.
Esaminate le costruzioni navali, siamo andati a vedere i
modellini dei ponti mobili: erano due, ma si spostavano in modo diverso. Il
primo aveva sotto di sé delle barchette ed era attaccato a una sponda con un
perno: quando una nave più grossa doveva passare, le zattere si muovevano verso
la riva e il ponte si accostava sulla
costa, lasciando libero il passaggio. L’altro era simile, ma non aveva le
barche sotto e il perno aveva dei denti che erano girati da alcuni uomini e il
ponte si spostava affiancandosi sul litorale.
Finito di guardare i modellini, siamo andati all’uscita, dove
Marta ci ha spiegato quali “mestieri” faceva Leonardo: era un mirabile artista,
un architetto bravissimo, un geniale inventore e medico, un cartografo e un botanico.
Successivamente siamo
andati a visitare la chiesa di Santa Maria delle Grazie, dove siamo rimasti per
breve tempo a causa di una processione in corso. Questa chiesa è in stile tardo
gotico nella parte prima; l’abside, invece, insieme alla cupola, è in stile
rinascimentale perché è stato voluto da Ludovico il Moro al posto di quello
preesistente ed è stato realizzato dal Bramante. La nostra guida ci ha spiegato
che, prima della costruzione della chiesa attuale, c’era una piccola cappella
di proprietà privata: il terreno sul quale era edificata fu donato ai frati domenicani
a condizione che la cappella, dedicata a santa Maria delle Grazie, da cui la
chiesa prende il nome, non fosse abbattuta. Ora la chiesetta è all’interno
della chiesa odierna, ma le scolaresche non vi possono accedere perché è luogo di culto frequentato dei
milanesi, che sono molto devoti a questa Madonna. Dopo di ciò, siamo andati a
visitare il bellissimo chiostro: là ci siamo riposati un po’ e dopo siamo
usciti per andare a vedere il famosissimo affresco di Leonardo: l’Ultima Cena.
Questo dipinto, che si trova nell’antico refettorio del convento dei frati , è stato
creato con una tecnica simile a quella dell’affresco, ma con una importante innovazione
da parte di Leonardo. Egli infatti non ha dipinto sull’intonaco ancora fresco,
come è tipico di questa tecnica, ma il colore è stato steso su una superficie ormai secca. Questo perchè
Leonardo voleva avere la possibilità di ritoccare e perfezionare la sua opera.
Ciò però è stato la causa del veloce deterioramento dei colori. Così l’Ultima
Cena ha dovuto subire parecchi restauri
nel corso dei secoli (ad esempio la veste di Gesù è di due colori diversi);
addirittura, la parte che raffigura i piedi di Gesù e degli apostoli vicino a
lui è stat ad un certo punto portata via da una porta che serviva di passaggio
ai frati! Quest’ultima infatti fu costruita in seguito al rialzamento del
pavimento del refettorio e fu murata quando i frati si accorsero dello scempio
che avevano fatto.
Per entrare nel Cenacolo, bisogna passare per due stanze: le
porte si aprono solo quando sono tutte chiuse. La prima stanza serve a non far
entrare l’aria esterna nella seconda, dove l’aria è ionizzata, cioè viene
bombardata di ioni per distruggere i batteri che si portano dall’esterno.
Passate queste porte, si entra in una grande sala, dove si vede l’Ultima Cena:
l’”affresco” ricopre un’intera facciata. La luce, sia nel dipinto sia nella
stanza, proviene da sinistra, mentre lo sfondo del dipinto è stato riconosciuto
raffigurare le colline circostanti al lago di Como.
L’ultima tappa del nostro percorso è stata al Castello
Sforzesco, nella “Sala delle Asse”. Questa sala non si chiama così perché era
ricoperta da assi, ma perché prende il
nome dalla Torre delle Azze. Il nome fu poi storpiato dai milanesi e divenne
“Sala delle Asse”. L’affresco che ricopre tutto il soffitto raffigura degli
alberi di gelso e fu voluto da Ludovico il Moro. Si dice che, siccome in
milanese gelso si dice “morùn”e
Ludovico si chiamava il “Moro”, il dipinto riprenda proprio dalla somiglianza dei due nomi.
Come si vede dalla foto, i colori sono molto sbiaditi, ma, se
si guarda attentamente nell’angolo a sinistra, si vede una parte dai colori più
cangianti: è la parte che non è mai stata intaccata. I colori sono così perché,
durante la dominazione francese, i soldati stazionarono in quella sala e
imbiancarono tutto il soffitto e la parete.
Con quest’ultima visita si è conclusa un’interessante giornata
didattica, dove abbiamo appreso molto sulla storia e su alcuni aspetti del
genio di Leonardo da Vinci: inventore, scienziato e artista.
Secondo me, quest’uscita è stata molto interessante e
istruttiva, anche se la parte nel Museo della Scienza e della Tecnica è stata
un po’ noiosa perché ci siamo soffermati troppo sui modellini. La parte che mi
è piaciuta di più è stata quando siamo andati a visitare l’Ultima Cena, perché
è un’opera unica al mondo ed è molto raro poterla vedere.
Giulio Marazza
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