Dopo lo spettacolo teatrale, abbiamo ripreso alcune tematiche del libro.

Qui sotto alcune riflessioni… 

 

“…..il piccolo principe se ne andò a rivedere le rose.

-         Voi siete belle, ma siete vuote – disse – Certamente un qualsiasi passante crederebbe che la mia rosa vi rassomigli, ma lei, lei sola è più importante di tutte voi perché è lei che ho innaffiata. Perchè è lei che ho messo sotto la campana di vetro."

                                                                                   (A. de Saint-Exupéry Il piccolo principe)

Rifletti su queste parole e racconta di come anche tu hai coltivato una bella amicizia.

 

Avevo appena sette o otto anni e mi trovavo in vacanza al mare con la mia famiglia. Mio fratello non era ancora nato ed io passavo tutte le giornate a giocare da solo con la paletta e il secchiello. Mi sentivo triste, perché vedevo altri bambini giocare insieme, mentre io ero sempre solo! Un giorno però,arrivò una famiglia con un bambino che aveva la mia stessa età. Il bambino si chiamava Luca e io finalmente non dovevo più stare solo e in disparte. Giorno dopo giorno, io e Luca diventammo amici inseparabili e facevamo tutte le cose insieme. Ricordo ancora quella volta che abbiamo rubato la torta a sua zia, oppure quando abbiamo messo della saponetta nelle docce! Io e lui andammo anche al Luna Park insieme e poi a mangiare un bel gelato .

Luca per me era diverso dagli altri, aveva un carattere simile al mio, le mie stesse preferenze e il mio stesso modo di pensare. Luca era un amico che non tradiva, che ci teneva a me e per me Luca ha significato molto: lo spirito di amicizia e  l’importanza di avere un amico.

Un amico è colui che viene a far parte della tua vita. Senza un amico la vita sarebbe monotona e triste, perché non ci sarebbe nessuno su cui fare affidamento…

Un giorno,purtroppo, dovetti partire e credo che non lo rivedrò mai più, perché lui è di Roma e io sono di Milano, ma il ricordo di quella bella estate con lui mi accompagnerà sempre.

 

                                                                                                  Simone Boselli  2M

 

Di giapponesi ce ne sono proprio tanti, anche nella mia scuola elementare. Però nella mia classe ce n’era soltanto uno: Yuki.

Proveniva dalla scuola materna “Steiner” e non conosceva nessuno. Era un tipo un po’ strano: era violento, giocava sempre col fango, metteva il fango nello zaino, non aveva mai i libri e inoltre ci rubava i giochi del Game Boy.

Fece presto amicizia con Francesco e Pietro, perché anche a loro piaceva giocare con il fango.

Un giorno, mentre rovistavo nell’armadio dei giocattoli, trovai delle carte da gioco sugli elicotteri. Il giorno dopo le portai a scuola; prima giocai con Alessandro, Marco, Federico e Ricardo, poi, man mano si aggiunsero tutti i maschi della B, tranne Yuki.

Poiché non voleva restare solo, alla fine egli si unì a noi e si appassionò molto al gioco.

Yuki però il pomeriggio era sempre a casa da solo ed essendosi così divertito, un giorno mi chiese se ci potevamo trovare a casa mia per poter giocare insieme.

Da quel giorno, una volta alla settimana, per tutte le settimane fino alla fine della quinta elementare, ci trovammo a casa mia o a casa sua, ovviamente cambiando i giochi. A volte Yuki mi aiutava con la canna da pesca, a volte andavamo a pescare sul Naviglio, altre riempivamo di acqua il cortile, oppure guardavamo la televisione.

 Andai anche per tre giorni nella sua casa in Valsesia, per pescare insieme.

Questa grande amicizia è nata da uno sciocco gioco di carte, ma è diventata importante!

L’ultimo giorno di quinta elementare ognuno giurò all’altro che ci saremmo visti, come prima, una volta alla settimana.

Purtroppo gli impegni e i compiti ci hanno costretti a non incontrarci più così spesso …

Ora, quando ci vediamo, siamo molto contenti e ognuno dei due spera che questa amicizia rimanga ancora per molto tempo!

                                                                                     Lorenzo Fracchiolla  2M