ABBIAMO INCONTRATO UNO SCRITTORE, FRANCESCO D’ADAMO

Il giorno 24 febbraio, io e la mia classe ci siamo recati nell’auditorium della scuola per incontrare lo scrittore Francesco D’Adamo. Avevamo già letto il suo libro “Storia di Iqbal” durante le vacanze di Natale. Prima dell'incontro, la professoressa di italiano aveva chiesto ad ognuno di noi di pensare a cosa chiedere a D’Adamo e scrivere su un foglio alcune domande, così in classe avremmo potuto scegliere le migliori che avremmo rivolto all’autore. Eravamo abbastanza emozionati...

Quando siamo entrati in auditorium c’erano già alcune classi e lo scrittore, un uomo sulla sessantina con gli occhiali e i capelli bianchi, stava appoggiato ad una cattedra con sopra alcuni dei suoi libri. Quando tutte le classi sono arrivate, Francesco D’Adamo ha ascoltato divertito degli scritti che avevano steso dei ragazzi di un'altra classe , giocando con alcuni suoi testi e cambiando il finale di un suo libro. Poi ha iniziato a raccontare un po’ di sé, della sua vita, di come ha iniziato a scrivere… Ci ha detto che già da quando era piccolo amava scrivere e creare storie, ma alla fine si è laureato ed è andato a fare il professore. Quando capì che il sogno della sua vita era fare lo scrittore, lasciò il suo lavoro da insegnante per dedicarsi alla stesura di libri.

Adesso scrive molti libri per ragazzi, vuole trasmettere messaggi importanti e gli piace comunicare con i giovani. Ci ha raccontato che scrive i suoi libri in uno studio dove ha il suo computer e che spesso deve salvare il lavoro che fa, perché il suo gatto molte volte lo disturba sedendosi sulla tastiera.

Nella seconda parte dell’incontro, D’Adamo ha lasciato spazio alle nostre domande, in modo da poter rispondere a tutti con calma e soddisfare le nostre curiosità. Ci ha detto inoltre che ha conosciuto personalmente Eshan Khan, uno dei personaggi di “Storia di Iqbal”, che aveva aiutato il ragazzino e i suoi amici a liberarsi dal padrone che li costringeva a lavorare tutto il giorno al telaio.

Lo scrittore ha raccontato di essere andato a incontrarlo in Svezia, dove vive, poichè in Pakistan è ormai troppo pericoloso per lui ,in quanto la mafia potrebbe ucciderlo.

Poi ci ha spiegato alcune tecniche che ha usato per rendere meno violento e tragico il racconto dell'assassinio di Iqbal. E qui è stato molto interessante scoprire alcuni segreti del mestiere...

Alla fine, quando gli abbiamo chiesto quale sia il suo romanzo preferito, ci ha rivelato che non ce n'è uno “preferito”,perché, giustamente, “sono tutti figli suoi”.

Quando l’incontro con Francesco D’Adamo è finito, tutti sono tornati nelle proprie classi contenti di aver soddisfatto le loro curiosità e di aver imparato nuove tecniche per scrivere.

Anna Chiara Montrasio 2a M

 

 

UN INCONTRO SIGNIFICATIVO

Giovedì 24 febbraio la mia classe ,insieme ad altre tre sezioni, si è recata nell’auditorium della scuola per incontrare Francesco D’Adamo, autore di molti libri.

Francesco D’Adamo è nato nel 1949 a Milano, dove vive e lavora. Oltre a fare lo scrittore, ha lavorato come insegnante e giornalista. Ha iniziato a scrivere libri per ragazzi nel 1999 e il suo primo romanzo è stato “Lupo Omega”. Nel 2001 scrive “La Storia di Iqbal”, libro che noi abbiamo letto, ispirato alla vita di Iqbal Masih. L’idea di scrivere questo romanzo gli è venuta il giorno dopo aver appreso dai giornali della morte di questo ragazzo, avvenuta nel 1995 ,ma solo nel 2001 ha incominciato a realizzarlo; voleva assolutamente far conoscere a tutti la storia di Iqbal!!

Inizialmente, prima di parlare del romanzo, ci ha spiegato alcune tecniche del suo lavoro. Ci ha detto che un libro si può scrivere in diverse lingue e con diversi strumenti. Ci ha anche svelato una cosa importantissima e cioè che, se lo scrittore non si immedesima nel personaggio, il libro non viene bene. D’Adamo, per scrivere “La Storia di Iqbal” ,ci ha impiegato un anno e si è ispirato alla storia vera di un ragazzo di soli 13 anni, assassinato dalla mafia dei tappeti. Iqbal Masih era un ragazzo pakistano venduto dai suoi genitori, a soli otto anni,ai proprietari di una fabbrica di tappeti. Tentò molte volte di scappare dai suoi padroni e alla fine ci riuscì. Fu aiutato e poi a sua volta collaborò con un sindacato che combatteva il lavoro minorile e liberò molti bambini-schiavi. Dopo essere andato negli USA a manifestare e aver rifiutato una borsa di studio, tornò in Pakistan per continuare la sua attività. Nel giorno di Pasqua del 1995 ,a soli 13 anni ,venne assassinato dalla mafia dei tappeti, mentre correva in bici.

L’autore ci ha riferito che ha conosciuto personalmente Eshan Khan, attivista del Fronte per la Liberazione dal Lavoro Minorile, ed è stata per lui una grande emozione, anche perchè, a causa della sua lotta contro il lavoro minorile, ora egli si trova in “esilio volontario” in Svezia, per non rischiare di perdere la vita!

Dopo circa un’ora di spiegazione, Francesco D’Adamo ci ha dato il tempo di porre alcune domande e, fra le cose che ha detto, quella che mi ha colpito di più è stata che lui ,al posto di Iqbal, avrebbe fatto la stessa identica cosa! Questo romanzo mi è piaciuto tantissimo, ma è stato molto più interessante e commovente averlo sentito raccontare dall’autore che l’ha scritto!

Giusy Manfredi 2M