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Quest'anno ricorre un importante anniversario, il bicentenario della nascita di Charles Darwin, in occasione del quale è stata organizzata una mostra celebrativa alla Rotonda di via Besana.
Martedì 13 ottobre 2009, accompagnati dalle professoresse Giardina e Simone, siamo andati a visitarla.
Prima della visita vera e propria abbiamo partecipato ad un'attività di laboratorio riguardante la genetica.
La nostra guida ci ha spiegato alcune nozioni di base di questa scienza, creata da Mendel. Abbiamo così appreso cosa significa carattere dominante e recessivo, nonchè la differenza tra i due (prima legge di Mendel): se un'individuo con una caratteristica dominante -ad esempio il colore rosso di certi fiori-, si unisce ad un altro individuo con lo stesso genere di carattere, ma recessivo - fiori bianchi - si otterranno degli individui che erediteranno entrambi i caratteri, ma che manifesteranno solo il carattere dominante. Il carattere recessivo sarà presente, ma si manifesterà solo nel caso in cui sarà ereditato da entrambi i genitori.
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Dopo la spiegazione, la guida ci ha proposto anche un "gioco" in cui dovevamo - con i vari pezzi fornitici - comporre un cane in base alle caratteristiche dei due genitori, elencate su due striscie con lettere dalla A alla H. Ad ogni lettera corrispondeva una caratteristica: se la lettera era maiuscola, la caratteristica era dominante, se minuscola, recessiva.
Dopo questa attività di laboratorio - semplice, ma molto chiara
- siamo entrati nell'edificio in cui era allestita la mostra, che comprendeva molte sale.
Nella prima sala erano esposti alcuni cartelloni che spiegavano le teorie scientifiche valide prima di Darwin, che la guida ci ha illustrato.
La più accreditata era quella "creazionista" o "fissista", che riteneva che tutte le specie erano state create da Dio, immutabili nel tempo per forma e caratteristiche. A quei tempi, inoltre, si riteneva che la Terra avesse meno di 6000 anni!
La seconda sala illustrava la figura di Charles Darwin e la storia della sua vita.
Figlio di Robert Darwin e Susannah Wedgwood, quinto di sei figli, Charles Darwin era nipote di Erasmus Darwin, famoso medico, naturalista e filosofo. Suo padre voleva che diventasse medico e fece di tutto per avviarlo a questi studi.
Charles, invece, amava fin da piccolo osservare minuziosamente la natura e collezionare insetti, in particolare coleotteri, oppure eseguire esperimenti chimici assieme al fratello in un capanno, nel quale erano stati relegati dal padre a causa del cattivo odore. Si iscrise quini alla facoltà di Scienze naturali di Edimburgo.
I reverendi Henslow e Sedgwich, che Darwin conosce a Edimburgo, lo sostengono nella sua passione per le scienze naturali e lo aiutano a perfezionare il suo medoto d'indagine della natura.
Nel 1831, appena laureato, gli fu offerta la possibilità d'imbarcarsi come naturalista sul HMS Beagle, brigantino della Marina inglese, che aveva il compito di mappare le coste del Sud America e di altre terre. Il padre non voleva che lui si imbarcasse; fu lo zio materno che lo convinse di permettere a Charles di partecipare al viaggio. Per Darwin fu l'occasione per raccogliere e studiare campioni e reperti vari appartenenti al mondo animale e vegetale. Il Beagle toccò le isole di Capo Verde, le isole Falkland, l'Australia e le Galapagos.
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Quest'ultima tappa fu molto importante per le ricerche di Darwin e la formulazione della sua teoria dell'evoluzione.
In alcune sale della mostra erano presenti, inoltre, sia animali vivi che fossili di animali vissuti tempo fa, perche' i visitatori potessero osservare le somiglianze e le differenze tra di essi.
Durante il suo viaggio Darwin notò come ci fossero animali con caratteristiche simili in luoghi molto lontani tra loro.
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Dopo aver osservato e meditato su tutti i reperti raccolti Darwin giunse alle seguenti conclusioni. Le tartarughe delle Galapagos avevano il guscio diverso a seconda dell'habitat dell'isola in cui vivevano per esempio trovavano cibo su alberi più alti di loro, il gusco doveva permettere loro di alzare il collo e quindi dovevano essere fotta in un certo modo. Il cormorano non volava perchè trovava molto più cibo a terra che in cielo.
Poi siamo arrivati alla sala che parlava del famoso Taccuino 38, il taccuino di Darwin più famoso, dove egli disegnò il "corallo della vita" o albero "filogenetico", intitolato, per così dire, "I think...".
Questo albero mostra come, partendo dagli organismi unicellulari, si siano sviluppati, secondo Darwin, organismi sempre più complessi, alcuni dei quali si sono poi estinti, mentre altri hanno dato vita ad animali e piante che si trovano tuttora sulla terra. Dopo aver fatto ritorno in patria
Darwin scrisse molti libri, il più famoso dei quali, "L'origine delle specie", fu pubblicato nel 1859. In esso spiega la sua famosa teoria dell'evoluzione, secondo la quale le specie simili hanno un antenato comune, dal quale si sono differenziate in base alle condizioni climatiche e ambientali per selezione naturale. Gli organismi adattati bene all'ambiente sopravvivono, mentre quelli più deboli o poco adattati prima o poi "si estinguono". Gli organismi che ereditano le caratteristiche necessarie per sopravvivere sviluppano col tempo nuove caratteristiche - il colore della pelliccia, la grandezza, la presenza di ali adatte al volo o altro - che trasmetteranno alle nuove generazioni.
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Questa stessa teoria fu intuita da un altro studioso che lavorava nelle isole del Pacifico meridionale, Alfred Wallace, con cui Darwin ebbe una fitta corrispondenza. Il motivo per cui Darwin pubblicò la sua teoria dell'evoluzione solo nel 1859 era il timore della reazione della Chiesa ed anche di molte altre persone che sicuramente non l'avrebbero gradita.
Nella penultima sala erano presenti alcune rappresentazioni di embrioni di vari animali. Guardandole abbiamo potuto notare chiaramente come nei primissimi stadi di sviluppo è impossibile distinguere un embrione dall'altro.
La visita alla mostra di Darwin ci ha interessato molto, in particolare abbiamo apprezzato il "corallo filogenetico", disegnato dal grande naturalista sul suo taccuino.
Guzzi Giulio, Petru Lupsac, Milani Niccolò