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attività scolastiche:

Uscita didattica al Villaggio Operaio di Crespi d'Adda

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Relazione sull'uscita al Villaggio operaio di Crespi d'Adda

Lunedì 16 novembre la 3M è andata a visitare il Villaggio Operaio di Crespi d'Adda, una frazione dell'attuale comune di Capriate San Gervasio in provincia di Bergamo. Vicino al villaggio scorrono i fiumi Adda e Brembo; proprio da quel punto dell'Adda parte anche il naviglio della Martesana, che arriva fino a Milano. Accompagnati dalla nostra guida, Amalia, ci siamo avvicinati al villaggio dalla frazione Concesa del comune di Trezzo sull'Adda.

La Storia del villaggio

Cristoforo Benigno Crespi (1833 - 1920) decise di costriure questa cittadina nel 1877, dopo aver conosciuto le misere condizioni di vita del proletariato. Prima di edificare il villaggio, egli infatti si recò in Inghilterra per conoscere le realtà sociali inspirate alle teorie di R. Owen. Il "feudo industriale" di Crespi d'Adda (il castello e il villaggio) fu costruito dalla famigla Crespi su questo modello, che vedeva gli "industriali illuiminati" dell'epoca impegnati a tutelare la vita dei loro operai dentro e fuori la fabbrica.
Migliorando le condizione dei dipendenti, creando un ambiente armonioso ed a misura d'uomo, Crespi era sicuro di trarre maggior profitto e di produrre merci di miglor qualità, assicurandosi inoltre la futura manodopera (i figli dei lavoratori).
Alla morte di Cristoforo Benigno Crespi, il "feudo" passò al figlio Silvio Benigno.

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Cristoforo Benigno Crespi ghgfjhjgjgjhgjhgjhgffghLaFLa famiglia CrespiFjjhgggggggggggggggggg Silvio Benignio Crespi

In Italia Crespi d'Adda non era l'unico villaggio operaio: esperimenti simili esistevano anche a Schio, in provincia di Verona e a Collegno, in provincia di Torino. Il villaggio di Crespi d'Adda è, però, particolare perchè è l'unico inserito - dal 1995 - dall'UNESCO nella lista dei luoghi Patrimonio dell'Umanità.

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Il rosone simbolo di Crespi d'AddafgdrrrggrrrrjgvchrrrrrrrfgVeduta del villaggiohfmnbjgfcafg

Inizialmente venne creata la fabbrica e subito dopo vennero costruite le case degli operai e dei dirigenti, per dare un alloggio vicino alla fabbrica ad una parte dei quattromila operai che vi lavoravano. Le costruzioni finirono nel 1878, con un particolare riguardo alla bellezza degli edifici. Negli anni successivi vennero edificate le case del parroco e del medico (quest'ultimo era sempre presente al villaggio per permettere un immediato soccorso ai residenti in caso di incidente).

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Il lavatoio con la casa del medico e del parrocoffffffjhvjhvjhvjhvjhvhvvhvvvfffffffffffffLa scuola

Per la completa autosufficienza della comunità fondamentale fu la costruzione di due edifici: la scuola (nel 1890), che ospitava gratuitamente i figli dei lavoratori fino alla terza elementare, e la chiesa (nel 1891-1893), ad opera di Pietro Brunati, copia della chiesa rinascimentale di Santa Maria di Piazza di Busto Arsizio, costruita dal Bramante. Con lo scopo di rendere la comunità di Crespi autonoma anche dopo la morte fu realizzato anche un cimitero (nel 1905-1908) ad opera dell'architetto Gaetano Moretti.

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La chiesasdfdfdfddsdfddfdddddddhdddddddddddsfdIl cimitero


Inizialmente le abitazioni del villaggio erano tutte identiche: di color giallo ocra, ornate da decorazioni in mattone rosso e dalla linea del "marcapiano". Inoltre erano tutte dotate di un giardino e di un piccolo orto, che ogni famiglia doveva curare. Ciascuna casa veniva assegnata fino a quando un membro della famiglia lavorava in fabbrica. Nelle case coabitavano due nuclei familiari, che pagavano un affitto annuale di pochi centesimi. Le ultime residenze ad essere costruite furono quelle degli impiegati e dei dirigenti (1920-1924), ben diverse però da quelle degli operai, sia nello stile architettonico (il "liberty"), che nel numero di famiglie che vi alloggiavano (erano infatti monofamiliari).

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Casette degli operaihhhhhhhhhhhhhhhhhhhhVilla di un dirigente

La Fabbrica

La fabbrica, in un primo momento fu destinata interamente alla filatura; successivamente, nel 1920-24, vennero aggiunti due nuovi reparti, uno di tessitura e uno di candeggio del cotone. Anche nel villaggio vennero costruite nuove abitazioni, riservate agli impiegati ed ai dirigenti. Da allora il villaggio non è stato più modificato.Dopo la crisi economica del 1929, i Crespi furono costretti a cedere la fabbrica alla banca con cui si erano indebitati, di cui Silvio Crespi stesso era presidente (la Banca Commerciale Italiana). Subentreranno in seguito la coperativa S.T.I., la Rossari e Varzi ed infine la Leglertex, che nel 2003 sposta la fabbrica in Maroccco, dove poteva usufruire di manodopera a basso costo. Attualmente è funzionante solo il cotonificio di proprietà del gruppo Polli, mentre il resto del patrimonio immobiliare è stato acquistato da privati o dalla comunità parrocchiale. La fabbrica di Crespi era stata costruita vicino ai due fiumi per sfruttare la forza motrice dell'acqua. Crespi aveva fatto costruire un canale di carico che dall'Adda portava l'acqua fino alla fabbrica, dove Crespi aveva fatto costruire una piccola centrale idrolelettrica, che produceva l'energia necessaria a muovere i macchinari della fabbrica.
Proprio in quei luoghi nasce anche il naviglio della Martesana, che arriva fino a Milano. nacque anche un canale di carico per collegare l'Adda con la piccola centrale, che Crespi aveva fatto costruire nella fabbrica.

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L'entrata della fabbricatgtttttttttttttttsdgsdgtttttttttttttI capannoni della fabbrica

Il Castello dei Crespi

Alle porte del villaggio si trova la villa estiva dei Crespi, un "castello" interamente in cotto rosso, in stile eclettico (stile che riprende più stili ed è vagamente simile allo stile medioevale). In cima alla torre più alta c'è lo stemma della famiglia, un'aquila con due "C", riferite al nome del fondatore, Cristoforo Crespi. Il castello venne usato dai Crespi come residenza estiva fino al 1930. Nel 1936-1937, durante il fascismo, venne adibito a sede della GIL. Durante la Seconda Guerra Mondiale venne usato come centro di comando da parte di una compagnia militare e successivamente, negli anni '60, come sede della scuola media di Capriate S. Gervasio. Negli anni '80 fu comprato da un industriale di Milano, l'ingegner Fumagalli. Attualmente è chiuso e disabitato, a parte la presenza del custode per la manutenzione del parco.


Il castello dei Crespi

La Centrale Taccani

Nel 1904 la piccola centrale idroelettrica all'interno della fabbrica non riusciva più a sostenere il fabbisogno energetico della fabbrica e del villaggio, per cui venne costruita una nuova centrale. Il progetto fu affidato all'architetto Gaetano Moretti, che finì di costruirla nel 1906. Questa nuova centrale venne chiamata "Taccani" e sorse a Trezzo d'Adda. La centrale, oggi di proprietà dell'Enel, fu realizzata in stile liberty e costruita in "ceppo" d'Adda, una particolare pietra della zona, che armonizza la centrale con l'ambiente circostante. Negli anni successivi la centrale fu dotata anche di un canale "scolmatore", che permetteva all'acqua di defluire nelle vasche di raccolta, evitando così l'eccessivo innalzamento del livello del fiume e, di conseguenza, l'allagamento delle zone circostanti.


La centrale idroelettrica Taccani

Il Castello Visconteo e le chiuse leonardesche

Alla fine della giornata, mentre tornavamo dalla centrale, abbiamo potuto osservare anche un canale navigabile, con la presenza di chiuse costruite secondo i principi di Leonardo, e i ruderi del Castello Visconteo.