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attività scolastiche:

Uscita didattica al Castello Sforzesco

sei in Istituto Comprensivo - Di Vona - indirizzo umanistico - corso M - a.s. 08-09 - pagine delle attività

Castello Sforzesco

Il 29/10/08 la 2°M ha visitato il Castello Sforzesco, uno dei monumenti più inportanti di Milano. All'ingresso la classe è stata accolta da una guida, che l'ha accompagnata durante tutta la visita ed ha illustrato gli aspetti più importanti della storia e della struttura del Castello.

La storia

Il Castello fu costruito da Galeazzo II Visconti nel 1368. Alla morte di uno dei tre figli dell' Arcivescovo Giovanni Visconti, Milano fu divisa tra i due discendenti rimasti. A Galeazzo II andarono la parte occidentale e i territori a ovest. Egli continuò a vivere nel palazzo ducale, ma creò una serie di fortificazioni, tra cui il castello di Porta Giovia, collocato a cavallo delle mura medievali, che fu il primo nucleo dell'attuale Castello Sforzesco. Di esso è rimasto oggi visibile il rudere della "Porta del Soccorso". Nel 1392 Gian Galeazzo, figlio del fondatore, aggiunse, sul lato verso la campagna, alcuni alloggiamenti per i soldati mercenari, tracce dei quali si possono vedere ancora oggi. Filippo Maria, l'ultimo dei Visconti, collegò le due parti della struttura, separate dal fossato e sistemò il grande terreno a giardino. E' in questo periodo che il castello, a pianta quadrata con lati di 180 metri e torri angolari - allora anch'esse quadrate - si trasforma in austera residenza, in cui Filippo Maria, trascorre un'esistenza solitaria e infelice per poi morire, lasciando una figlia illegittima, Bianca Maria, che andò sposa nel 1441 al condottiero Francesco Sforza, che era stato chiamato a difendere il Ducato di Milano dai Veneziani.
Il 25 marzo 1450 questi, insieme alla sua sposa, prende ufficialmente possesso del Ducato e ricostruisce da subito la fortezza viscontea, con l'intenzione di abbellire la città e garantirne la sicurezza contro eventuali nemici. Per questo nel 1452 affianca a tre ingegneri militari anche un architetto civile, il fiorentino Filarete, incaricato di progettare la facciata del castello verso la città. E' proprio di questo architetto l'alta torre posta all'ingresso, edificata nel 1452, ma distrutta da un fulmine nel 1521, durante la dominazione francese, e poi ricostruita nel 1898 da Luca Beltrani col nome di Torre dell'Orologio. Il castello, quindi, comincia ad apparire come un'elegante residenza, sempre più lontana dalla fortezza di Filippo Maria Visconti. A Francesco Sforza, morto nel 1466, succede il primogenito Galeazzo Maria, quinto Duca di Milano. Raffinato, colto, amante del lusso, Galeazzo Maria vuole trasferirsi con tutta la corte al Castello. Così intraprende una serie di lavori destinati a trasformare la fortezza in dimora signorile.
A fine Dicembre 1476 Galeazzo Maria Sforza viene pugnalato a morte. Ben presto Ludovico il Moro, uno dei suoi fratelli, si impossessa del potere e del Castello, per il quale commissiona nuovi interventi: nuove decorazioni per la sala della Torre Falconiera, l'affresco per la Sala delle Asse (in cui lavora Leonardo da Vinci stesso) e per la Sala del Tesoro (in cui lavora il Bramantino), la costruzione sopra il fossato detta "Ponticella "(progettata forse da Bramante). In molti ambienti della Corte Ducale, inoltre, Ludovico fece sostituire le iniziali del fratello con le proprie.
Il 6 Ottobre 1499 il Castello passò in mano ai Francesi guidati dal loro re, Luigi XII, che avanza pretese sul Ducato di Milano su base ereditaria e costringe alla fuga Ludovico il Moro, che grazie all'appoggio dell'Imperatore Massimliano d'Asburgo, genero di Galeazzo Maria, riconquista lo stato. In ques'età convulsa, nella quale i Ducato di Milano è conteso tra il re francese, l'imperatore germanico e gli Sforza, il castello è teatro di continui scontri e assedi che causano gravi danni.
Nell'arco di un ventennio (1515-1534) si succedono il dominio francese di Francesco I, il brevissimo regno di Francesco II Sforza e un breve governo spagnolo, che si conclude con il ritorno degli Sforza e con l'arrivo nel 1535 dell'imperatore Carlo V, sotto il cui dominio il Castello mantiene le sue funzioni militari, ma non sarà mai più una residenza signorile.
Nel 1706 al dominio spagnolo si sostituisce quello austriaco. A ricordo di esso è la statua di San Giovanni Nepomuceno, commissionata nel 1727 allo scultore Giovanni Dugnani da Annibale Visconti, comandante del Castello per conto di Carlo VI d'Asburgo, ancora oggi esistente nella Piazza d'Armi. La dominazione austriaca, che si protrae fino al 1861, s'interrompe brevemente con l'arrivo di Napoleone nel Maggio 1796. Mentre quest'ultimo si avvicina a Milano, l'Arciduca Ferdinando d'Austria abbandona la città ai primi di Maggio, lasciando soltanto 2000 soldati a guardia del Castello. Napoleone ordina di adibire il Castello a difesa e alloggiarvi 4000 soldati con provviste.
Nel 1799 gli eserciti austro-russi riconquistano Milano e il Castello subisce un nuovo assedio. Con la vittoria di Napoleone contro gli Austriaci a Marengo, nel Giugno del 1800, Milano torna francese e si conferma capitale della Repubblica Cisalpina.
A partire dal 1801 si abbattono con mine i bastioni spagnoli e si apre così uno spazio enorme, per la cui organizzazione importanti architetti dell'epoca presentano vari progetti, tra cui una piazza circolare di 570 metri di diametro, il famoso Foro Bonaparte.
Tuttavia, dopo la posa della prima pietra, il progetto viene abbandonato. In seguito allla caduta di Napoleone e alla costituzione del Regno lombardo-veneto, nel 1815, gli Austriaci rientrano a Milano e durante le Cinque Giornate del marzo 1848 Milano viene bombardata proprio dai cannoni del Castello. Nel 1859, quando Milano è in mano dei Savoia e ormai parte del Regno d'Italia, la popolazione lo invade derubando e saccheggiando in segno di rivalsa.
Nella Milano post-unitaria fervono progetti per il rinnovo urbanistico, che interessa il Castello. Nell'area della Piazza d'Armi sorgono caseggiati signorili e larghi viali alberati - le attuali vie Canova e Melzi d'Eril - nonchè il Parco del Sempione. Come sappiamo, i primi interventi di restauro del Castello sono eseguiti dall'architetto Luca Beltrami: si ricostruiscono finestre, cornicioni, tetti e pavimenti, si ripristinano le antiche sale, si scrostano i muri, riscoprendo splendidi afreschi. Si ricostruisce infine la Torre del Filarete inaugurata nel 1905 e dedicata al re Umberto I. Danneggiato dai bombardamenti dell' Agosto del 1943, fu nuovamente restaurato; negli anni '90 fu costruita anche una grande fontana proprio nella piazza antistante l'entrata del Castello e nel 2005 si è concluso l'ultimo restauro di cortili e sale. Oggi il Castello svolge un ruolo importante come centro di cultura, arte e svago.

La struttura e i sistemi di difesa

Nel 1453 l'architetto Gadio, per ordine dello Sforza, riveste le torri angolari rotonde di "serizzo" (una particolare pietra grigia) a punta di diamante e progetta altre strutture difensive, tra le quali la "Ghirlanda", mura di forma quadrangolare, spesse più di 3 metri, dalla base "a scarpa" per impedire ai nemici di arrampicarsi, che si collegavano direttamente alle mura di Milano e difendevano il castello dalla parte del parco. Della "Ghirlanda" quel che rimane ai giorni nostri è solo un cancello.
Nel castello sono ben distinguibili tre cortili interni: quello della Rocchetta, delle Armi (dove si tenevano i tornei) e il cortile Ducale dove viveva il signore del castello con la sua corte. Sotto Galeazzo Maria gli architetti - il Gadio e il Ferrini - lavorano a pieno ritmo alla Rocchetta e alla Corte Ducale. In particolare, in occasione dell'arrivo della sposa francese - Bona di Savoia, cognata del Re di Francia Luigi XI - Galeazzo Maria affida loro il compito di costruire e ristrutturare spazi adeguati ad una dimora signorile. La Rocchetta, per esempio, viene ornata da un'elegante portico rinascimentale mentre, all'interno vengono costruite ampie sale, come quella della Balla, destinata ad uno sport molto simile al nostro tennis. Nella Corte Ducale ci sono anche gli appartamenti ducali (al piano terra e al primo piano), dotati di ampie volte affrescate. Al piano superiore si accede tramite una scala dai bassi gradini, che il Duca percorreva a cavallo. Particolare attenzione riservata alla Cappella Ducle, costruita nel 1473 e affrescata da vari pittori, nella quale si raccoglieva il coro formato da cantori provenienti da tutta Europa.
Quando Galeazzo Maria morì assassinato, la Duchessa Bona sua moglie si trasferisce nella Rocchetta e la munisce di un alta torre - oggi chiamata appunto "Torre di Bona"- che, posta all'incrocio dell'ala nord-est e sud-est, consente il controllo di tutto l'edificio. Il castello era anche protetto da un fossato colmo d'acqua, che lo rendeva accessibile solo tramite un ponte levatoio. Anche le merlate - ricostruite dall'architetto Luca Beltrami nel 1898 - erano dotate di feritoie, bocche da fuoco e "pietraie", ovvero buche coperte da grate, da cui i soldati potevano lanciare sui nemici sassi e olio bollente.
Durante la dominazione spagnola il Castello viene dotato, per ordine di Carlo V e del suo capitano generale Don Ferrante Gonzaga, di poderose mura in mattoni e viene collegato ai nuovi bastioni attraverso le "tenaglie", due strutture che, rivelatesi ben presto insufficienti, lasciano il posto ad una caratteristica fortificazione a forma di stella a dodici punte, ritenuta inespugnabile. Il Castello diventa così una vera e propria cittadella fortificata, in cui alloggiano circa duemila soldati, comprendente un ospedale, una farmacia, numerose botteghe artigiane, un negozio di panettiere con due forni, un'osteria, una ghiacciaia, ampi depositi per le provviste e due chiese.
Durante il dominio austriaco - iniziato nel 1706 - la destinazione del castello rimase immutata, perchè esso continuò ad essere sede delle truppe straniere, come pure nel 1800, durante la breve Repubblica Cisalpina. Il castello vede i suoi ambienti, anticamente splendidi, sempre più danneggiati: la Cappela Ducale diventa una stalla, la Sala del Tesoro, affrescata dal Bramantino, ospitava già da tempo un laboratorio di falegnameria, gli Appartamenti ducali sono adibiti a dormitori e gli affreschi sforzeschi sono ricoperti di calce.
Durante la Restaurazione il Castello torna caserma austriaca e la vasta Piazza d'Armi viene usata principalmente per rassegne militari.
Nel marzo del 1848 il Castello, durante le famose Cinque Giornate, viene impiegato dal maresciallo Radetzky per bombardare la città e imprigionare i mlanesi.

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Il Castello ha quattro torri angolari: il Torrione del Carmine, il Torrione di S.Spirito, la Torre Falconiera e quella di Bona di Savoia.
Le prime due, costruite tra il 1430 e il 1440, avevano originariamente una pianta quadrata; furono poi riedificate a pianta circolare da Bartolomeo Gadio, per essere meno esposte alle palle dei cannoni durante gli attachi.

Il Torrione dei Carmini (che presenta un buco all'interno perchè usata come cisterna in età napoleonica) ospita attualmente alcune riproduzioni di armi dell'epoca (spiedi, alabarde e balestre), una delle quali - lo schioppetto - progettata da Leonardo da Vinci.

Il Rivellino di S.Spirito è una piccola torre a pianta quadrata che collegava il castello alla "Ghirlanda". E' una torre a due piani, ristrutturata più volte, usata anche come carcere provvisorio, dove dimorava una guarnigione di soldati.

La Torre Falconiera è rotonda nel lato rivolto alla città e quadrata nel lato verso la campagna. In essa erano alloggiati i falchi, con cui Galeazzo Maria andava a caccia nel parco del castello. Si narra che un falco, di nome Brusavalle, a cui il Duca era particolarmente affezionato, sia stato sepolto proprio nelle mura di questa torre e celebrato in canzoni e poesie.

SALUTI A TUTTI dtfdygftcxsdfbucf

Niccolò Milani - Andrea Galli - Petru Lupsac