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Martedì 7 aprile la 2M si è recata a Paderno d'Adda per un escursione guidata volta ad approfondire le conoscenze su Leonardo da Vinci, sul fiume Adda e sul funzionamento delle centrali idroelettriche. Un Ecomuseo è un museo all'aperto, che comprende la flora e la fauna presenti in quel luogo.
Abbiamo visto dapprima la centrale idroelettrica “Semenza” che sfrutta la diga di Robbiate, la quale funziona grazie a paratoie metalliche. I macchinari della centrale sono sott’acqua, perciò non li abbiamo potuti vedere. Questa centrale si adatta bene al paesaggio, perché è stata costruita in "ceppo" dell’Adda, una pietra tipica di questa zona. Il ceppo d’Adda è una roccia formatasi in tempi antichissimi grazie ad una pressione molto forte. Questo tipo di roccia è stato ed è usato per molte costruzioni, perché è molto resistente ed inoltre, essendo già sul posto, risparmia i costi per il trasporto.
Durante il tragitto abbiamo incontrato vari uccelli acquatici, tra cui cigni e folaghe. Le folaghe sono nere, con la fronte e il becco bianco, senza differenze tra il maschio e
la femmina, perché hanno gli stessi compiti nel nido e si scambiano gli impegni. Costruiscono nidi galleggianti, con tanti legnetti intrecciati. Hanno una certa difficoltà a nuotare in acqua, perché non hanno le zampe palmate, a differenza di cigni e aironi, per cui devono spesso aiutarsi anche con la testa per nuotare. Durante il periodo invernale si possono incontrare nel parco anche i cormorani mentre d’estate le rondini.
Sopra l’Adda a Paderno, c'è un ponte con due particolarità: è a senso unico e a due livelli, quello superiore, dove passano le macchine e quello inferiore, dove passano i treni. Le macchine per poter passare aspettano il segnale dei semafori piazzati prima del ponte, sia in un senso che nell'altro. Il treno invece deve passare abbastanza lentamente sul ponte, perché quest’ultimo non sopporta vibrazioni eccessive. Il ponte, progettato da un architetto svizzero di nome Rothlisberger,è realizzato con strutture triangolari molto resistenti, simili a quelle della Torre Eiffel di Parigi.
Si narra che il costruttore si tolse la vita buttandosi giù dal ponte, per paura che esso non reggesse, ma oggi si sa che è solo una leggenda e che egli morì di morte naturale in Svizzera.
Oltre alla diga di Robbiate c’è anche la diga "a palconcelli", che è formata interamente da paletti di legno, spostabili a mano per svuotare il bacino d’acqua, quando è troppo pieno. Oggi questi paletti sono alzati da un robot posto circa a metà della diga.
La diga è particolare anche perché è stata posta obliquamente rispetto al fiume per creare il naviglio di Paderno, realizzato perché il fiume presentava un tratto molto pericoloso per le barche, che sul naviglio, invece, transitano tranquille.
Siamo poi arrivati alla prima delle famose chiuse "leonardesche" . A dire il vero Leonardo non ha inventato il sistema delle chiuse, ma l'ha migliorato con alcune importanti modifiche tecniche. Ha aggiunto, in primo luogo, dei gradini dopo le porte, in modo che l’acqua scendesse più lentamente e non corrodesse velocemente il fondo del bacino, allargandolo di conseguenza; ha posto le grandi porte della chiusa in posizione obliqua rispetto al corso dell'acqua per evitare che venissero rotte dalla pressione della medesima; infine collocò nella parte inferiore delle grandi porte le piccole porte a "farfalla", perchè l'acqua defluisca in modo regolare.
Il meccanismo di funzionamento è molto semplice: quando la barca arriva, gli sportelli delle porte grandi si aprono, entra l'acqua e la conca si riempe. A questo punto le porte principali si aprono e la barca entra nella conca; le porte poi si richiudono e vengono aperte le porticine a "farfalla", che aiutano la conca a svuotarsi. Così il livello dell'acqua si abbassa al livello della conca successiva e dopo l'apertura delle porte posteriori, la barca può continuare il suo percorso. Il procedimento è simile a quello dei vasi comunicanti di Archimede.
Per la risalita delle barche, invece, erano usati i cavalli e/o i buoi, che trainavano la barca con le "alzane" delle corde, da cui il termine "alzaia", la strada che gli animali percorrevano.
Lo stesso progetto è stato ripreso dall’ingegnere Meda sotto Maria Antonietta d’Austria.
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Lungo il tragitto abbiamo visto anche il paesaggio che Leonardo da Vinci usò come sfondo per il quadro “La Vergine delle Rocce”.
Siamo poi arrivati allo "Stallazzo", antica stazione di posta dove abbiamo pranzato al sacco e giocato un po'.
Dopo pranzo abbiamo visitato il piccolo museo, ospitato
nell'edificio dello "Stallazzo", in cui sono esposte alcuni modellini di macchine progettate da Leonardo. Una di queste è la “coclea” in cui Leonardo ha preso spunto dalla "vite di Archimede" per costruire un meccanismo che trasportasse l’acqua dal basso verso l’alto.
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Da un pannello esplicativo del museo abbiamo appreso che Leonardo aveva studiato anche il modo in cui si formano gorghi e mulinelli, giungendo alla conclusione che essi si verificano quando l’acqua si schianta contro un ostacolo o incontra una corrente opposta. Questa scoperta gli ha permesso di dipingere in modo molto preciso nei suoi quadri i riccioli dei capelli!
Divisi in due gruppi (maschi e femmine) abbiamo poi costruito il ponte "autoportante" di Leonardo: è un ponte che si regge da solo e perciò molto comodo, perché non ha bisogno di legamenti o collanti, e inoltre molto resistente. Esso è formato da semplici paletti rotondi di legno, alcuni dei quali con scanalature, altri senza. I paletti si incastrano in modo tale che, se si tira uno di essi, crolla tutto il ponte, perché è composto in modo tale che ogni paletto ne sostieme altri due.
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Infine abbiamo fatto una camminata per tornare al pullman, il quale ci ha portati fino a scuola.
Questa gita ci è piaciuta molto sia perché abbiamo scoperto interessanti novità su Leonardo da Vinci, il fiume Adda e le sue centrali idroelettriche, sia per le belle e lunghe camminate che abbiamo effettuato.