Il giorno 25/2 la classe 3C nell'auditorium
della scuola ha incontrato alcuni rappresentanti della fondazione Marta
Larcher. L a fondazione si occupa principalmente di due cose:
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Accoglienza
dei rifugiati politici in 6 appartamenti per un totale di 18.
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Aiuto ai rifugiati per avere permesso di rifugiato
politico e integrazione nella nuova vita sociale (lavoro,casa...).
I rappresentanti hanno spiegato come
mai i rifugiati hanno bisogno di aiuto e perché vadano aiutati,
dicendo che il rifugiato non è come un immigrato, egli è costretto a scappare dal proprio paese perché perseguitato e
minacciato di morte; non sa cosa l'aspetta nel nuovo paese, non sa dove andare,
preso dalla fretta non ha con se soldi e documenti, non può mantenere contatti
con la sua famiglia e non può ritornare nel proprio paese. Insomma è costretto
a rimanere nel paese dove si trova senza lavoro, amici e familiari. Quindi,
come i rappresentanti della fondazione hanno voluto sottolineare, aiutano delle
persone in pericolo di morte, senza una casa e senza lavoro.
Dopodiché i rappresentanti hanno parlato di come sia difficile
ottenere lo status di rifugiato politico: in un primo tempo bisogna andare
nella questura più vicina dove la polizia,
registrerà i tuoi dati, prendere la impronte digitali e scatterà le foto
segnaletiche, dopo aver controllato se non hai già fatto richiesta in un altro
paese procederà con delle domande per capire se ci sono i presupposti per
essere accolto, finite le domande la questura invia la documentazione alla commissione
territoriale e rilascia un permesso di soggiorno per tre mesi. Finiti i tre
mesi la commissione territoriale nomina una commissione di quattro membri per
valutare se la domanda può essere accettata, alla fine della seduta la
commissione può rilasciare il permesso o rinviare il giudizio fra tre mesi. I
rappresentanti hanno inoltre voluto far notare che nei tre mesi di aspetto non
si può lavorare e che non è sicuro che il permesso venga subito dato dopo tre
mesi.
I
rappresentanti hanno poi lasciato la parola a Didier rifugiato politico in
Italia da dieci anni, è scappato dal
Congo da un genocidio di massa ad opera degli Hutu (congolesi) contro i Tutsi (Ruanda).
Il suo racconto è triste e complicato, faceva parte di una famiglia ricca del
Congo ma allo scoppio della guerra e del genocidio dei Tutsi ha dovuto lasciare
le sue ricchezze, è stato catturato ma è riuscito a scappare e ha rifugiarsi in
Italia dove ad aspettarlo c'era la madre, invece del fratello non ha saputo
niente per mesi. Il racconto fa capire come ancora oggi pur spendendo tante
parole sulla libertà ci siano ancora uccisione di masse per un nonnulla. La
storia fa riflettere anche su come ci siano persone meno fortunate di noi, con
seri problemi. Alla fine del racconto le classi hanno ringraziato la fondazione
e Didier per la presentazione con un lungo applauso.
Stefano Piccioli