CRESPI d’ADDA

 

Crespi d’Adda è un villaggio industriale costruito nella seconda metà dell’ottocento, situato in mezzo ai due fiumi Adda e Brembo.

 Questo villaggio è stato costruito dai Crespi, una famiglia di potenti e ricchi imprenditori. All’ingresso del villaggio si trova il castello dei Crespi usato da questi come residenza estiva; costruito nel 1870, ha un’ampiezza di settecento metri quadrati per un costo totale attuale di due milioni di euro.

 

Il castello richiama lo stile medievale, non solo come aspetto, ma anche come simbolo, poiché rappresenta la potenza del feudatario proprietario di feudi, nel nostro caso i Crespi; il castello sovrasta dunque tutte le terre. Questo è particolare perché appena entrati nel villaggio, dà nell’occhio, appunto , per la sua imponenza simbolo del potere. Un altro particolare di questo paese sono le ciminiere delle industrie, ben visibili da molti punti, simbolo del lavoro.

 

 Proseguendo per la via del castello si arriva ai “palazzotti”, palazzi molto grandi che servivano per contenere le famiglie operaie, ma a seguito di un viaggio di un Crespi in Inghilterra, nel villaggio si adottò un diverso tipo di abitazione ovvero delle villette all’inglese fornite di giardinetti dove coltivare. Queste venivano progettate a posta per curare l’igiene poiché a quel tempo l’unico modo per non morire di malattie come colera e tifo era quello di prevenire. Queste case possedevano piani più alti e finestre più ampie, fatte a posta per favorire l’areazione. Nel villaggio c’erano inoltre delle docce e piscine che servivano per lavarsi e quindi a prevenire eventuali malattie.

 

L’obbiettivo dei Crespi era dunque quello di migliorare lo stile di vita agli operai per riceverne in cambio un lavoro di qualità migliore.

La differenza tra il prima ed il dopo la rivoluzione industriale è che, prima c’erano i contadini che lavoravano i campi e i macchinari inventati per esempio quello per filare era costruito in legno, veniva azionato con la forza dell’uomo e si produceva un prodotto alla volta, questo permetteva dunque di poter lavorare anche a casa propria.

Con le industrie invece si introduce lo sfruttamento dell’energia idromeccanica , azionata quindi dal vapore dell’acqua che produceva movimento. Con lo sfruttamento di questa nuova energia i telai in legno non avrebbero resistito quindi vengono costruiti i telai in metallo tra l’altro si riesce ad avere molto più prodotto. L’ambiente delle fabbriche era molto umido necessario per la tessitura. Nelle fabbriche lavoravano soprattutto donne e bambini, questo perché le donne hanno braccia robuste ma dita sottili e potevano, nel qual caso si fosse rotto un filo, riannodarlo senza difficoltà per lo stesso motivo anche i bambini anche se loro essendo minuti potevano infilarsi sotto le macchine e riparare il guasto. Nella fabbrica, però, bisognava vestirsi in un determinato modo, innanzitutto leggeri, perché all’interno della fabbrica faceva caldo, le donne venivano vestite con le bende o acconciate con trecce, per evitare che i capelli finissero nella macchina; questo valeva anche per i lacci del grembiule. Gli uomini lavoravano per lo più come tecnici.

Con l’industrializzazione e l’inserimento dei macchinari, molti compiti, prima svolti dagli operai sono sostituiti da macchine,ciò provoca  disoccupazione. Nella fabbrica si lavorava notte e giorno, alternandosi a turni.

La fabbrica veniva costruita in modo che esteriormente fosse bella. A volte si verificavano incidenti con i macchinari e le persone ferite avevano bisogno di una cura immediata; infatti, c’era una sezione destinata all’infermeria.

Nel villaggio si trova anche il cimitero (progettato dal vincitore di un concorso), che è anche il punto in cui i due fiumi si incontrano.