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I.P.M

All’Istituto Penale Minorile Cesare Beccarla vengono messi in prigione tutti quei ragazzi che hanno commesso un reato e che hanno un’età che va dai 15 ai 18 anni.
Sappiamo che, in 20 anni, ci sono stati solamente 3 casi di omicidio.
Ecco a voi le tre storie:
La prima storia è la storia di tre ragazzi:
trascorrevano quasi tutti i giorni divertendosi a buttare massi giù dal cavalcavia.
Fino a quel momento gli era sempre andata bene, non avevano mai beccato nessuno e nessuno si era fatto male ma, un disgraziato giorno, colpirono una ragazza, neo sposa, che era in macchina col suo giovane sposo.
I tre subito scapparono e cercarono di non farsi trovare ma, si sa, l’assassino torna sempre sul luogo del delitto e quindi, almeno uno dei tre, fu preso.
Lo psicologo del carcere poi ha scritto, nel suo libro che uno dei ragazzi ha poi detto “Ma poi ho visto alla televisione il marito di quella sposa che è morta e non sembrava molto triste”.
La seconda storia è la storia di due fidanzati:
la loro storia era ostacolata, ma neanche più di tanto, dai genitori di lei; allora, per questi due ragazzi (Erica di 15 anni e Omar di 16 anni) si prospettano due alternative: scappare insieme, cosa molto romantica oppure uccidere i genitori, un pochino meno romantica.
I due, scelgono, purtroppo, la seconda alternativa.
Un giorno i due decidono di far riunire tutta la famiglia di Erica, quella che dava problemi, e di farla fuori. C’è un piccolo inconveniente, il padre di Erica è in ritardo per una riunione di lavoro; i due, intanto, iniziano a fare fuori la madre e il fratellino di Erica (11 anni). Quando arriva il padre di Erica e vede morti la moglie e il figlio, chiede a Erica cosa sia successo e lei dice che è stato un immigrato albanese che li ha uccisi perché voleva rubare.
Erica viene portata in commissariato per identificare l’assassino, le viene dato un registro di persone con precedenti penali e lei identifica un ragazzo albanese.
Nel frattempo, mentre in commissariato si indaga, nel paese si forma una vera e propria protesta nei confronti degli immigrati, gli slogan che riecheggiano nelle orecchie della gente sono “Gli immigrati rubano il lavoro agli onesti cittadini italiani” “Gli albanesi sono assassini e ladri”.
Mentre nel paese si declamano questi slogan, in commissariato si scopre che il presunto assassino indicato da Erica ha un alibi. Sorge un problema. In commissariato sorgono dubbi. Vengono convocati sia erica che marco e vengono chiusi in una stanza insieme, in questa stanza c’è però una telecamera, loro iniziano a discutere animatamente sull’omicidio, l’uno si arrabbia con l’altro.
Vengono arrestati.
La terza storia parla di un gruppo di amici e di Desirè, la loro migliore amica. Desirè è una ragazza, lo dicono in giro, che la da.
I tre ragazzi, la invitano allora a vedere, in una cascina una gatta che ha appena fatto 5 gattini. Desirè non ci pensa un attimo e accetta. Ci sono due piccole cose che Desirè non sa, la prima che insieme a questi ragazzi c’è anche un adulto, la seconda cosa che Desirè non sa è che i suoi “amici” in realtà la vogliono violentare.
Il piano sembra andare bene ma Desirè quando si trova davanti il suo amico che vuole violentarla gli dice “mi fai schifo” questo ragazzo non ci vede più dalla rabbia, e l’accoltella. 35 coltellate al petto. Desirè è a terra agonizzante. Non morta. I ragazzi sopra di lei discutono su come sbarazzarsi del corpo. Pensano di tagliarla a pezzi ma chiunque sa che è praticamente impossibile tagliare della carne di pollo senza cuocerla, la stessa cosa per le persone. Iniziano a tagliarla, ma quando vedono che è impossibile lasciano perdere. Lasciano lì Desirè. Non ancora morta a morire.
Sembra un crimine perfetto, nessuno riesce a capire chi sia stato a uccidere Desirè, c’è solamente un piccolo errore, uno dei tre ragazzi, che voleva violentare Desirè aveva mandato un messaggio al fratello di Desirè dicendogli che Desirè era al parco con loro e che andava tutto bene. Non poteva essere vero. Il ragazzo che aveva mandato il messaggio viene interrogato, confessa tutto piangendo e, la madre alla fine della confessione dice “ma è stata solo un ragazzata”
Ma se ci sono stati solamente tre casi di omicidio in 20 anni, come mai tutta l’altra gente è in carcere? Semplice. Per piccoli reati, reati che noi non sappiamo nemmeno essere tali come ad esempio questo:

Art.629

Estorsione

Chiunque, mediante violenza o minaccia, costringendo taluno a fare o ad omettere qualche cosa, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, è punito con la reclusione da cinque a dieci anni e con multe molto salate.
Lo psicologo ha aggiunto, poi, che il concetto di rispetto della legge è presente sin dall’antichità, soprattutto nella tragedia greca di Sofocle: Antigone; qui emerge anche il conflitto tra ragion di stato e ragione che coinvolge i sentimenti dell’uomo.
È stato interessante il fatto che ce l’abbiano fatta rappresentare, anche se in modo estemporaneo: sono stati coinvolti i nostri compagni Davide e Alberto.
Eccone brevemente la trama.
Eteocle e Polinice erano fratelli. Un giorno decisero di sfidarsi a duello per decidere chi dovesse governare a Tebe. Si uccisero tutti e due, nello stesso momento. Creonte torna dal suo pellegrinaggio nel deserto e si proclama re di Tebe.
Proibisce la sepoltura di Polinice, e vieta a tutti di dargli una degna sepoltura, mentre Etocle viene ricoperto di tutti gli onori di cui deve essere degno un eroe.
Ma Antigone si rifiuta di piegarsi al volere dello zio e decide di dare una sepoltura a suo fratello. Viene scoperta e suo zio la condanna a morte. Si pente di quello che ha fatto troppo tardi, Antigone è già morta.

A cura di Rebecca Daniotti e Chiara Pezzetti