Il mio racconto del bosco vecchio
Milano, 3 Agosto Caro diario, prima di partire per le nostre vacanze marine a Rimini, ti vogliamo raccontare l’avventura che abbiamo vissuto dai nonni. Era il primo luglio. La giornata era caldissima e noi, le due fantastiche gemelle Lara e Jessica, ci stavamo dirigendo dai nonni Mario e Lucia, che, quando erano giovani, avevano ristrutturato la loro vecchia casa nella fresca e ombrosa Val di Fondo. Dalla finestra della nostra stanza vedevamo sempre il bosco vecchio davanti a noi ed eravamo incuriosite, quindi un giorno siamo andate a fare una passeggiata nel bosco vecchio. Il bosco vecchio appariva ai nostri occhi misterioso e da un certo punto di vista pauroso, ma anche sereno: ci siamo guardate intorno e ci siamo dette: “ Che bosco curioso ed affascinante !!” In quel preciso istante della nostra vita ci sentivamo molto elettrizzate ed emozionante per questa nuova avventura che ci aspettava. Ad un certo punto abbiamo sentito un lamento provenire dal bosco: “Chi è ??” abbiamo chiesto ma niente, nessuno rispondeva.. Continuavamo a chiedere chi fosse ed ad un certo punto sentimmo una voce lieve lieve che diceva “Sono io, il vento Matteo”. A quelle parole siamo rimaste di stucco. Ma era vero o stavamo sognando? Ci siamo dirette verso la voce e, vicino ad un cespuglio di more, abbiamo incontrato il vento Matteo, triste e demoralizzato. Gli abbiamo chiesto che cosa avesse e lui in tono malinconico ci ha risposto: “La mia reputazione è andata in pezzi, non riesco più a cantare, ma quello che più mi ferisce è che i geni del bosco e le persone non mi vogliono bene e hanno perso interesse per il Bosco Vecchio”. Noi, sentendo il vento Matteo dire queste parole, ci siamo un po’ commosse e gli abbiamo offerto il nostro aiuto. Abbiamo incominciato facendogli riprendere fiducia in se stesso. Poi lo abbiamo aiutato a riprendere a suonare. Il vento Matteo però dopo qualche tentativo si sentì ancora giù di morale, perché non credeva alle nostre parole di incoraggiamento, anche se noi lo ascoltavamo e gli dicevamo: “Su dai, sei bravo, non sei stonato come tu credi!!!!” Gli abbiamo detto anche: “Non scoraggiarti!!!! Ce la farai a riprenderti con il nostro aiuto!!!!!”. Dato che il vento non sapeva cosa fare per riguadagnarsi la fiducia dei geni del bosco e delle persone, gli abbiamo dato noi qualche consiglio: “Perché non aiuti qualche vecchietta ad attraversare la strada? Se vai in giro per la città prima o poi si presenterà qualche occasione utile!” Il vento Matteo seguì i nostri consigli e andò in paese. Per prima cosa aiutò una bimba che aveva perso la sua bambola, poi aiutò un elicottero a decollare, aiutò anche qualche vecchietta a trasportare le buste della spesa, e infine salvò un paracadutista con il paracadute bucato. A fine giornata avevamo organizzato un concerto dove erano venute tutte le persone che il vento aveva invitato. La nostra missione era compiuta! Tutti volevano di nuovo bene al Vento Matteo! Durante il concerto c’era però anche un uomo che destava dei sospetti. Sogghignando diceva: “Se prendo il vento Matteo guadagnerò tanta grana!!!!” Il vento, dopo il concerto, come tutti potevamo immaginare era molto stanco. Fu in quel momento che l’uomo vile e cattivo rapi il vento e lo imbottigliò in una damigiana di vetro. Per fortuna ci siamo accorte che era scomparso il vento Matteo, quindi lo siamo andate a cercare in città. Lo stava per vedere quando..................... .........Alla fine abbiamo scoperto che il signor Forks l’aveva nascosto in casa sua. A quel punto con scaltrezza durante la notte lo abbiamo liberato, con l’aiuto dei geni del bosco. I nostri nonni ci hanno fatto i complimenti perché abbiamo aiutato il vento Matteo. Quando il vento Matteo fu liberato tutti accorsero a salutarlo e ripresero a volergli bene. Così si conclude il nostro diario. Da questa esperienza abbiamo capito che un amico nella vita serve sempre.

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