il bosco vecchio:
Siamo due ragazzi e ci chiamiamo Davide e James; siamo fratelli e anche buoni amici. Aiutiamo la gente quando ne ha bisogno e facciamo tutto insieme, ma certe volte litighiamo e non ci parliamo più . Mentre stavamo andando a casa del nostro nonno, ci siamo incamminati in un boscochiamato Bosco Vecchio. Attraversando il bosco trovammo una casa abbandonata, molto bella e anche grande e ben ristrutturata con tante decorazioni; subito dopo comparvero dei geni, anzi, i geni del bosco. Questi geni erano i protettori della casa; chiedemmo perché proteggevano la casa e loro ci risposero che era un luogo sacro perché dentro si respirava un’aria molto gradevole; all’ improvviso ci ricordammo della leggenda raccontata da nostro nonno, dove diceva che il vento più fresco e più gradevole di tutte si chiamava vento Matteo. Loro ci ospitarono con una bella zuppa calda, ma il vento Matteo ci fece uno scherzetto e la zuppa diventò subito fredda. Subito dopo salutammo i geni e andammo a giocare a nascondino nel bosco ma ci perdemmo; diventò buio e non riuscivamo più a trovare la via di casa dei nostri amici. Ci accorgemmo di una luce gialla: Alcuni geni del bosco persero la vita ma alcuni sopravvissero ed alcuni rimasero feriti. Aiutammo i geni feriti e tutto si ristabilì; per ogni genio morto per colpa dell’incendio, il vento Matteo diventava sempre più forte. Ma la casa era DISTRUTTA! Riuscimmo a ricostruire l’edificio ma venne male. Non trovammo i pezzi per il tetto e quindi usammo dei resti di albero. Ogni giorno una parte dell’edificio crollava. Nel momento in cui stava cadendo l’ultima parte della casa intervenne il vento Matteo che in un solo secondo riuscì a riparare l’abitazione con tutte le decorazioni, anzi la costruzione diventò anche più bella. Tutti insieme uscimmo a giocare, anche se il tempo era brutto, ma all’improvviso scoppiò un terribile temporale e si sentì un lampo che, passando molto vicino alla costruzione, colpì un albero, che a sua volta colpì la casa. Per nostra sfortuna l’abitazione si incendiò di nuovo: nessuno morì, però, tanti rimasero soffocati. Questo incendio non era come prima, era più forte, perciò distrusse l’intero bosco. Grazie al vento Matteo, che era diventato più forte grazie ai geni morti nel primo incendio, tutto però tornò alla normalità. MA I PROBLEMI NON ERANO FINITI: Questa volta non c’era più niente da fare per l’alloggio; provammo molte volte a ricostruire la casa, fino a quando, passato un mese, ci arrendemmo. Visto che pioveva forte e la casa del nonno era lontana ci rimaneva soltanto una possibilità; trovare l’alloggio più vicino dove dormire e mangiare bene. Per coincidenza trovammo subito un albergo. Non lo sapevamo ma i proprietari erano anche loro dei geni, ma non dei geni qualunque e nemmeno geni del bosco, erano geni ladri, e si chiamavano così perché il loro villaggio si chiamava Ladricus: lo sapevamo perché ce l’ha raccontato nostro nonno. Mentre sistemavamo le nostre cose, nascondemmo tutti gli oggetti che ci stavano più cari. Con noi c’erano anche i geni del bosco. Sistemate le stanze andammo a mangiare la cena, però non sapevamo che il cibo era drogato e quindi siamo svenuti. Per combinazione i geni ladri trovarono i nostri tesori, perciò a noi non rimasero che i nostri vestiti. Appena ci svegliammo, ci rendemmo conto di quello che era successo e scappammo. Non sapevamo dove andare perché c’era la foresta attorno a noi e, superato il bosco, ci ritrovammo di nuovo davanti al palazzo dei geni ladri: sembrava un labirinto! Riprovammo ad andare nella foresta e questa volta superato il bosco ci ritrovammo davanti il paesello dei geni ladri. Quando ci avvistarono, i geni ladri ci legarono e decisero che i nostri amici geni sarebbero diventati geni ladri e noi i loro schiavi. Non sapevamo più cosa fare ed eravamo disperati, così fingemmo di morire e i geni ladri ci buttarono in mare, ma noi nuotammo fino a riva senza farci vedere e i geni del bosco, che sarebbero i nostri amici, fecero la stessa cosa. Poi, provammo a trovare la strada di casa e ci riuscimmo in due giorni. Avevamo molta fame e quindi mangiammo la frutta degli alberi che era rimasta. Si respirava un’aria inquinata, ma grazie al vento Matteo si respirò di nuovo un’atmosfera buona e pulita. All’improvviso sentimmo un rumore strano che veniva da sotto terra: noi facemmo finta di niente, ma, passate due ore, incominciammo a preoccuparci. Il rumore diventava sempre più forte fino a quando non si scatenò un terremoto, dopo il quale per caso comparve nostro nonno, venuto da lontano, che con il suo bastone magico fece tornare tutto alla normalità. Così racconta una vecchia leggenda: sarebbe stato un uomo molto vecchio a proteggere il Bosco Vecchio. Noi restammo meravigliati, perché non sapevamo dell’esistenza di un bastone magico. Ricostruimmo la casa con l’aiuto di nostro nonno e con il supporto del vento Matteo. Alla fine salutammo i nostri cari amici e con nostro nonno ritornammo a casa.

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