Per
diventare un vero GSC ( giovane
scrittore creativo) è importante fare una gara con autori dei testi ed è così che abbiamo pensato di leggere “Lo Stralisco” e di modificarne alcune parti,
cercando di rispettare la coerenza , la coesione e
usando un registro adeguato.
Abbiamo
cercato di dare anche un titolo ai capitoli letti e abbiamo
tentato di “riscrivere” alcune parti di testo.
Non
sappiamo se ci siamo riusciti, però ci abbiamo provato
e questo è un piccolo pensiero per Lei.
La classe 1B
CON QUALCHE “RITOCCATINA” DA
PARTE DELLA 1B
Le
doti di Sakumat
… più li si guardava, più il corpo fuggiva attraverso gli occhi e si
trasferiva intero e vivo in spazi colorati e ricchi di pace.
Aveva
dipinto molte opere importanti tra
cui vi era il verdeggiante paesaggio collinare, ispirato alle colline
piemontesi e dipinto con acquarello su tela e con una valletta inventata, con
colori diversi dal reale e forme che ricordavano i quadri di
Kandinskij:
questa opera è esposta nella sua galleria.
Lui
è affezionato a un’ opera in particolare: si chiama
“Lo schizzo della laguna”; gli piace perché unisce l’ astratto con il reale.
Un’
inaspettata richiesta
…lo incuriosiva che uno dei potenti e orgogliosi signori delle montagne insistesse a quel modo, e con quei toni, e decise di accettare
La carovana formata
dalla guida, da Sakumat e un cavallo per le provviste, partì dalla valle spenta di Malatya
e, dopo aver attraversato il lungo
sentiero roccioso, cominciò a risalire la valle misteriosa.
Dopo di che
attraversò una zona con una vegetazione molto lussureggiante, dove c’erano grandi
querce fiorite che sorgevano tra l’erba selvatica. Colorate farfalle volavano
festose intorno a Sakumat. I cerbiatti, saltellando allegramente, inseguivano
la carovana.
Dopo una giornata
di viaggio raggiunsero la cima di una collina dove si apriva una valle
circondata da vegetazione spontanea.
Il paesaggio
cambiava, era sempre più lucente e con abbondanti campi, vigneti, pascoli, boschi
e in fondo alla valle c’era un delizioso paese.
Tra villaggio e bosco,
ancora più bianco del resto delle costruzioni, sbalzava un esteso palazzo,…
Beatrice e Davide
L’incontro con Madurer
…….........E tu vedi come occorreva che io insistessi,
e come è bella questa gioia. Ma ora ti lascio: è tempo che facciate amicizia.
Fin da adesso, Sakumat, chiedi qualsiasi cosa sia nel potere di un uomo, e
l’avrai. Quando il burban se ne fu andato, Sakumat restò fermo ad aspettare.
Sakumat non capiva cosa stava succedendo al bambino che correva a
perdifiato nelle stanze semibuie del palazzo, però era divertito. Madurer si fermò
e disse:”Ma perché ridi?”. Lui non sapeva cosa dire e non rispose.
Allora Madurer gli disse:
-”Prova a rispondere a questa mia domanda semplicissima: sai giocare a
nascondino?” E lui, imbarazzato, rispose “No!”.
E il ragazzino disse: -E a “Guardia e ladri”, sai giocare? E lui ancora
più a disagio rispose ancora una volta “No!”. Madurer con il sorriso sulle
labbra disse “Te lo spiego io!” E lui più rilassato fece un cenno di sì col
capo. Dopo un po’ cominciarono a giocare, All’ inizio
era un po’ noioso, ma diventò per Sakumat molto divertente: ora non pensava più a quelle grandi e immense
pareti bianche che lo circondavano e avrebbe dovuto dipingere secondo la
richiesta del burban. Quando finirono il gioco Madurer disse:”Hai
visto che non era difficile?. Comunque per quale motivo non sapevi giocare?
Ovviamente se non ti disturba dirmelo”. E lui rispose:”No,
non mi disturba affatto: è che io non ho figli e non so come ci si deve
comportare con i bambini”.
Madurer sorrise
di nuovo e gli rispose:”Wow! Visto che non sai come ci si comporta con i
bambini te lo insegnerò io, come ho fatto con il gioco”.
- “ Grazie, grazie mille, mi sembra una bella idea”!
- ”Però tu in cambio mi disegnerai le cose più belle che esistono al mondo”!
- “Sì, questa decisione la prenderemo insieme più avanti: sei d’accordo
Madurer?”
- “Sì” - e uscirono dalla stanza mano nella mano come buoni amici.
Chiara
e Marika
----------- Dopo una pausa
Sakumat domandò:
“Vuoi che
dipingiamo le figure come nei sogni, Madurer?”
Il bambino restò in
silenzio ancora. Poi sorrise e disse:
“No. Dipingiamo il
mondo. Ai sogni ci penso io.”
-“Sakumat, ho un altro dubbio”-.
-“Dimmi Madurer”; -“Pensavo che il legno
del pavimento non sta molto bene con i dipinti, quindi
ti chiedo se potremmo dipingere anche il pavimento con i prati, i fiori o l’
acqua del mare e il soffitto con il cielo, le nuvole, il sole e gli uccelli!”-.
Sakumat, come ormai suo solito, si
accarezzò la barba e rifletté.
-“Sì”- disse infine -“Dipingeremo anche il
pavimento e il soffitto, ma dovremo impegnarci molto. Stavo pensando, Madurer,
perché non dipingiamo nelle tre stanze i momenti della
giornata? Dipingere una stanza con la mattina, una con il tramonto e l’ altra con il buio della notte? Così non saranno tutte
uguali! Una avrà in cielo le farfalle, le api, il sole caldo e scintillante che
ride insieme a una moltitudine di uccelli colorati; l’ altra
avrà gli ultimi uccellini che tornano verso il nido a sfamare i loro piccoli
che non vedono l’ora che arrivi la loro mamma, impegnati a guardare le nuvole
dorate e striate di rosa, mentre nell’ ultima vedrai la brillante luna, le stelle e le lucciole che
danzano nell’ aria e disegnano sinuose geometrie al ritmo continuo e piccante
di un cembalo”-.
-“SI, SI, SIII!!!
E’ una grandissima idea! Non vedo l’ ora che tu inizi
a dipingere tutte queste cose che mi hai appena descritto stupendamente!”-
disse Madurer con il tono della voce alto e squillante di gioia.
-“Bene Madurer!”- disse Sakumat, -“Ora però andiamo a dormire. Per oggi abbiamo fatto
abbastanza, non credi?”-.
-“Certo… però domani cominciamo subito,
ok?”- disse Madurer.
-“Certamente! Buona notte e a domani”-
rispose Sakumat.
-“E ricordati, il mondo è fuori,ma tu lo vedrai con i miei colori e la nostra grande
amicizia”-.
Giulia
e Giacomo
La
scelta
…Una volta, poi, agitato nella notte da quel vuoto,
ho preso la decisione di rinunciare, e di abbandonare all’alba seguente la tua
casa. E’ accaduto prima dell’inizio di questa luna.
Ganuan gli
chiese se questo lavoro gli avrebbe occupato troppo tempo e se magari
aveva altri impegni, ma Sakumat gli rispose dicendo: “ I lavori che io comincio
li finisco sempre, anche se dovessero durare un’ intera vita.”
Questo era vero, tanto più
che Sakumat aveva fatto amicizia con Madurer e non lo voleva abbandonare: “ Da
quando sono arrivato nel vostro palazzo, sentivo che il mio lavoro da artista
mi avrebbe legato sempre di più a vostro figlio, facendo nascere una grande
amicizia: il bambino mi colpisce con le sue domande, la sua fantasia e il suo
coraggio di vivere la vita, nonostante la sua malattia.”
Il burban era colpito
dall’espressione degli occhi di Sakumat, che davano l’impressione di un
sognatore e disse: “ Infatti vedo che da quando sei
qui mio figlio è sempre più sereno e felice. Per ringraziarti posso mandare una
scorta a prendere tua moglie e i tuoi figli se ne hai e metterò a tua
disposizione un alloggio di lusso per te e la tua famiglia, pur di non farti partire prima che il
tuo lavoro sia finito.
Sakumat disse: “ Io non ho
moglie né figli, ma
volevo chiederti se potevate mettere un tappeto in camera di vostro figlio?
Così potrò dormire con Madurer.
Il burban annuì.
Il giorno dopo Sakumat
ricevette una lettera riguardante un lavoro a Malatya, la sua città. Il
compenso era enorme: un’ intera fattoria in cambio di
un dipinto per il re. Sakumat ci pensò su tutta la mattina, scegliendo se
rimanere per finire il dipinto e far felice Madurer o se accettare la richiesta
dal re di Malatya, in cambio di un ricco patrimonio, ma perdendo una grande
amicizia.
A Sakumat toccava una grande scelta.
Doveva guadagnare qualche
soldo per vivere e il compenso offerto dal re di Malatya era molto più grande.
Sakumat quindi decise di
andare a lavorare per il re, anche se i sensi di colpa per aver abbandonato il
suo nuovo amico erano molti.
Dopo aver comunicato la
triste notizia al burban, Sakumat partì per Malatya.
In seguito a molti giorni
di viaggio, Sakumat sentì che ciò che aveva fatto non era giusto: abbandonare
un povero amico malato per dei soldi era davvero sbagliato.
Sakumat, quindi, decise di
tornare al palazzo del burban.
Qualche giorno dopo, con
grande sorpresa di Madurer
e di Ganuan, Sakumat era tornato, facendo la scelta giusta.
Greta
e Leonardo
…-cominciamo da questa parete,-
disse poi, -qui, a destra della porta.
-Bene. E
cosa dipingiamo?
Ci fu un altro silenzio.
Madurer si leccava le labbra e respirava profondamente, con
gli occhi spalancati. Sakumat teneva le mani appoggiate su un cuscino, davanti
a sé.
-Tu
non hai mai visto com’è la tua casa dall’esterno?vero?- chiese a Madurer.
-No,
ma non me l’ero mai chiesto prima d’ora… perché?-rispose Madurer.
-Non
ti piacerebbe se dipingessi la tua casa vista dal giardino là fuori, così che
tu possa vederla?-continuò Sakumat.
-Sì,
mi sembra una buona idea, ma poi disegneremo anche il resto del mondo, vero
Sakumat?-domandò ancora.
-Certo,
questo sarà solo l’inizio!-
Sakumat,
preso un pezzo di carbone, iniziò ad abbozzare i primi tratti del castello.
Madurer
rimase con la bocca spalancata già dalla prima linea del dipinto: Sakumat aveva
un’abilità unica nel disegnare.
Sakumat
disse che anche Madurer avrebbe potuto colorare le figure, cosicché nel disegno
sarebbero entrati entrambi i loro cuori.
Inizialmente
Madurer era insicuro e non se la sentiva di colorare i magnifici disegni di
Sakumat per paura di rovinargli l’opera, ma dopo qualche prova iniziarono a
dare la prima mano di pittura.
Madurer
era sempre più contento di ciò che facevano insieme e oltre a lavorare, si
divertivano.
Quando
il castello fu finito, Madurer era soddisfatto e propose di disegnare
l’ambiente boscoso che gli avevano raccontato fosse intorno alla casa.
Il
bosco iniziava a prendere forma sotto i loro occhi. La mano sicura di Sakumat
filava veloce sulla parete e, a seguirla, quella di Madurer dava colore alle
figure.
-Ora
su quest’altura possiamo disegnare il leggendario drago Sayd nella sua grotta?-
chiese Madurer indicando una collina.
-Possiamo
disegnare tutto ciò che vuoi e possiamo collocare le cose dove preferisci-
rispose il pittore.
Così
si iniziò a vedere la grotta da cui spuntava il rosso fuoco del drago Sayd,
cominciando a dare vita al dipinto.
Madurer, affascinato dal loro
disegno, chiese:-Sakumat, un giorno potrò vedere anch’io Sayd e tutte le
bellezze che ci sono là fuori?
-Io
spero di sì, ma purtroppo non sono io a deciderlo, ma ti assicuro che se dipingeremo
bene, guardare gli affreschi sarà come vedere tutto dal vivo.
Madurer
iniziava a sbadigliare e Sakumat pensò che fosse meglio smettere di lavorare e
continuare il giorno seguente.
Si
sedettero entrambi sul tappeto e Madurer volle raccontare a Sakumat la gioia
che provava a stare con lui,
ma non riuscì a trovare le parole e Sakumat pensò lo stesso.
Il
Burban che da poco era entrato nella stanza, si commosse e capì di aver scelto
l’uomo giusto per stare con suo figlio.
Così
Madurer e Sakumat passarono la sera a giocare e a raccontarsi storie e quando
l’ora si fece tarda, i due andarono a letto e Sakumat promise a Madurer che il
loro dipinto sarebbe stato bellissimo e che appena l’indomani si fossero
svegliati, avrebbero continuato l’opera.
Così
Madurer chiuse le palpebre col sorriso ancora sulla bocca e dormì un sonno
tranquillo, non vedendo l’ora che la notte finisse.
Linda
e Andrea
-Cosa ci sarà sulla
nuova parete, Sakumat? …….
-Vedi Madurer
–disse calmo Sakumat
-Sì, ti ascolto
-Tu mi hai detto che
volevi dipingere il mondo, giusto?- gli chiese.
-Sì, è vero-
-Vedi, il mondo, Madurer,
è fatto da verdi pascoli, dolci contadini e mari infiniti, ma è fatto anche da
cose più brutte, ad esempio la guerra. Sai cos’è la guerra?
-Sì, lo so bene. Da
piccolo mi raccontavano della ragazza che voleva diventare guerriera.
-E ce la fece?- chiese il
pittore interessato alla storia.
-Sì, ce la fece per volere
del padre che credeva in lei!
-E tuo padre crede in te?
-Si ed è per questo che
sei qui, Sakumat.
Sakumat si commosse, ma
trattenne le lacrime dicendo:
-Allora vuoi dipingere la
guerra?
-Sì, dipingiamo la guerra.
Iniziò dunque l’affresco
della guerra: Sakumat prese il carboncino e incominciò a dipingere un villaggio
con alte mura e un esercito con mille particolari.
Sakumat riuscì a stendere
il colore su tutta
la parete e, anche se dipingeva la guerra, riusciva a dare il meglio di sè, con
sbalzi di colore e dettagli impercettibili al primo sguardo. I guerrieri erano
armati di spada, ascia e lancia, coperti da un armatura di ferro massiccio. Avevano le facce
determinate e agguerrite.
Madurer però era triste
perché la donna guerriera non appariva nel dipinto e chiese a Sakumat di
disegnarla. Allora Sakumat prese il carboncino e il colore e disegnò una
bellissima ragazza, dagli occhi azzurri e i capelli neri.
Madurer disse:-La ragazza è veramente molto bella Sakumat e perciò, visto
che il quadro sembra finito e sono passati molti mesi, vorrei che tu iniziassi
a dipingere il mare. Però voglio che sia lungo tutta una stanza, azzurro e
infinito.
Ma nel dire queste parole si sdraiò sul letto
e si addormentò.
Allora Sakumat iniziò a
dipingere la linea dell’orizzonte perché sapeva di non poter restare per sempre
con Madurer.
Il mare iniziò a
delinearsi: era sfumato in base alla profondità con un brillio sulle onde.
Non era il classico mare
un po’ inquinato dai turisti, ma era limpido, continuo, senza onde agitate,
piatto come il legno levigato. Madurer , dopo un
giorno, si svegliò: guardò prima
Sakumat, poi il dipinto e sorrise: non era mai stato così felice.
Il mare non era finito, ma
lo sarebbe stato presto.
Isotta
e Paolo
Il mattino dopo, appena sveglio, il bambino corse vicino alla parete.
Madurer notò un’isoletta proprio in mezzo al mare e chiese a Sakumat quando l’avesse dipinta:-Stamattina, Madurer. -E secondo te è deserta o ci abita qualcuno?- Il pittore approfittò della situazione per chiedere a Madurer se avesse mai sentito la storia di Robinson Crusoe e Madurer rispose che non la conosceva, ma che l’argomento lo interessava molto. Sakumat cominciò a narrare:-Secondo la leggenda un naufrago di nome Robinson venne trasportato dalle onde fino ad un’isola tropicale durante una tempesta notturna. Il bambino ascoltava interessato:- Sakumat, secondo te quella potrebbe essere l’isola di Robinson? -Tu che ne pensi?- ribatté Sakumat. Il Bambino disse di sì: era convinto che fosse proprio l’isola di Robinson ed era sicuro che Robinson vivesse in una casa sull’albero. Sakumat preferiva non aprire bocca e si limitava a rispondere con dei cenni della testa:-E se disegnassimo Robinson sulla spiaggia? -No, sarebbe noioso vederlo sempre lì impalato ogni giorno! -Sì, hai ragione, però se vuoi posso dipingere la sua dimora… Madurer annuì e il pittore promise che il giorno seguente la casa si sarebbe potuta scorgere tra i rami dell’albero e chiese a Madurer se avesse ancora voglia di ascoltare la favola di Robinson Crusoe.
Rinaldo e Valentina
………………………il bambino chiese di trasportare il
suo letto nella terza stanza, dalle pareti ancora intatte. Le guardava a lungo,
in silenzio, tenendosi una mano davanti alla bocca con atteggiamento grave…….
- Posso conoscere un po’ dei tuoi pensieri,
Madurer? – chiese Sakumat qualche tempo dopo.
Madurer rispose:
- Nei miei pensieri
ci sono: un paese con gente felice, il mare, delle colline e il mondo!- E
Sakumat gli chiese:- “Ma tu quale preferisci”?
E lui rispose:- Il
mare! Mi piace tanto!
Sakumat prese la
tempera e i pennelli e cominciò a dipingere. Ad un certo punto Madurer svenne e
subito Sakumat chiese aiuto ad Alika che lo soccorse e
lo portarono a letto.
Avvisarono il
burban che chiamò i migliori medici del paese e tutti dissero:
- “E’ questione di
tempo, Madurer si sveglierà presto”.
Due giorni dopo
Madurer si svegliò e chiese a Sakumat cosa gli fosse successo
e Sakumat gli rispose che era svenuto e che aveva dormito per due giorni, ma
nei suoi sonni agitati gli aveva suggerito le bellissime immagini che il
bambino poteva ora osservare sulle pareti: scogli sparsi nel mare, a pelo
dell’acqua azzurrina, con macchie di vegetazione selvatica lungo la riva
sabbiosa che si stagliava in lontananza.
Per tre giorni
Madurer non riuscì ad alzarsi per la stanchezza e quindi lui e Sakumat non
poterono continuare a dipingere il mare, ma quando si sentì meglio ripresero il
lavoro.
Finito il lavoro
le pareti della terza stanza erano molto belle e Madurer era felicissimo!
Sofia
e Nicolò
………………………….Così dipingeremo un
prato, Madurer.
-Ma c’è una cosa. C’è una cosa
che ti devo dire… Però ora ho molto sonno. Te la dico
dopo, Sakumat.
Durante le attese, Sakumat amava andare in giro per boschi e prati, alla
ricerca di idee per dipingere. Al ritorno, Sakumat trovava sempre Madurer con
nuove idee.
Questa volta l’idea di Madurer fu un po’ originale: voleva far disegnare
a Sakumat il suo villaggio di provenienza.
– Sai Madurer, la tua idea è
davvero splendida! Però c’è una cosa: siccome è tanto tempo che non vedo il mio
villaggio, non mi viene in mente proprio niente; lasciami un attimo per
pensare.
Sakumat chiese a Madurer di aiutarlo a ricordare, facendogli tante
domande e il piccolo ubbidì. Piano piano a Sakumat tornarono in mente
tantissimi particolari.
- Avevo perduto le mie idee, ma adesso possiamo disegnare tutto quello
che vogliamo. Avevi detto che volevi disegnare il mio villaggio, allora lo
disegnerai tu.
- Ma io non sono capace di disegnare, non ho mai imparato.
- Te lo insegnerò io.
Sakumat prese pennello e tempera e andò verso Madurer.
-Come lo vuoi disegnare?
Io direi di disegnarlo che si avvicina sempre di più come la nave.
Madurer prese il pennello e cominciò a dipingere. Sakumat vide in Madurer un
talento, perché aveva disegnato il villaggio perfettamente. Ci aveva messo
dentro tante case, il prato fiorito e si aprì una discussione: - Io non voglio
disegnare un villaggio deserto, ma non voglio neanche che le immagini siano
ferme. Quindi Madurer e Sakumat disegnarono insieme delle persone che si
intravedevano appena; così il villaggio non era né deserto e né fermo.
Claudia e Nicolò
…………………… “ è arrivato il grano,nel nostro prato ?” disse
sorridente Sakumat ,che si fermava qualche volta alle spalle del
bambino, a guardare il lavoro.
“ L’ ha portato il
vento fino qui, dalla grande vallata del Firat ?
“Non è grano,”rispose Madurer serio serio,queste non sono spighe di
grano.
-Non è grano? Però
sembra grano: un grano sottile…………”
Madurer disse con
un filo di voce “Sono spighe di stralisco !”
“Non la conosco
questa pianta; l’hai per caso vista in qualche enciclopedia”?
-chiese Sakumat perplesso.
“No, è una pianta
speciale, è frutto della mia immaginazione: è una pianta luminescente come i
raggi di una luna che si mischiano nel buio più totale e lasciano una striscia
dorata; ed è come uno sciame di lucciole nella notte”.. - rispose deciso
Madurer.
Nella notte
Sakumat svegliò Madurer e gli disse:
“Madurer guarda il
dipinto”. Lui si sedette sul letto, guardò davanti a sé e vide lo stralisco
illuminato in mezzo al prato: ondeggiava e brillava più di qualunque gemma
esistita sulla terra.
I suoi occhi
brillavano nella notte: per un attimo stette zitto, ma poi incominciò a gridare
“Lo stralisco, la mia pianta si illumina!“
Il Burban,
sentendo quelle grida, entrò nella camera spaventato.
“Che cosa sta
succedendo”? Quando vide quella luce si
sbalordì.
Madurer vide il
padre, gli corse incontro dicendo:
“Papà hai visto lo
stralisco?”
“ Sì, lo vedo, ed
è il dipinto più bello che abbia mai visto!”
Restarono a
guardarlo per tutta la sera, fino a che Madurer non si addormentò in braccio al
padre.
Alice
e Jeremy
Le cose si
mettono male
……….Ganuan abbassò
il volto e pianse,e Sakumat pianse con lui.
Poi il pittore
chiese:- Quanto potrà vivere ancora, signore?
-Dicono non oltre
un anno.
-Desideri che vada?
-Non ho desideri:ma questo è l’ultimo che potrei avere. Resta se puoi.
Sakumat tornò a
cavalcare, mentre piangeva per l’imminente morte del povero Madurer. In quei
mesi si era tanto divertito con lui…
Sakumat si disse,
in cuor suo,che sarebbe stato vicino a Madurer e a
Ganuan quando la
vecchia signora vestita di nero e con la falce
sarebbe venuta nella casa del signore di Nactumal per portarsi via il piccolo e
lasciare il burban definitivamente solo.
Quando tornò a palazzo, Madurer si era appena svegliato. Sakumat
gli si avvicinò
e gli chiese:-Come ti senti Madurer?
-“Bene, grazie. Un
po’ debole, forse”… fu la risposta vaga del bambino.
-“In questi giorni
ti leggerò tante storie
mentre tu starai a letto”.
-“Disegneremo
insieme gli uccelli sulla pergamena”?
-“Sì, certo Madurer”.
Purtroppo, in quei giorni, Madurer non ebbe abbastanza
forze per disegnare.
Il quinto giorno,
però, Madurer si riprese e Sakumat gli comunicò la sua grande idea:
-“Senti, Madurer,
secondo me non c’è bisogno di costruire nuove stanze per i nostri
affreschi, sennò non riusciremo più a dominarli;
mentre, se noi non lo facciamo, negli
affreschi sarà meno
difficile individuare i particolari.
-Ma allora, come
farai a dipingere ancora?- chiese Madurer tra uno sbadiglio e l’altro.
-Posso cambiare il
prato, disegnandoci le quattro stagioni: inverno se è inverno, primavera se è
primavera, estate se è estate, autunno se è autunno.
-Sì, sì, va bene;
lo chiederò al burban, mio padre; disse Madurer e poi riscivolò nel suo
torpore, e a
poco a poco si addormentò.
Sakumat si mise a
piangere e, mentre piangeva, arrivò Ganuan che pianse con lui.
Elizabeth e Mattia
……: <<Non
dorme ancora. Ogni tanto fa due passi fuori, e sgranocchia qualche ramoscello.
Ma soltanto per golosità, perché a già la pancia pienissima. Respira, e fiuta
l’inverno. Poi, fra poco, entrerà nella tana e ci resterà per molti mesi. Ma
prima farà un bel mucchio di rami secchi davanti all’ingresso, per ripararsi
dal vento, mentre dorme.
Il burban guardò
intorno, stordito. Disse:<< Non fa freddo qui,
vero? Vuoi che faccia accendere il fuoco?>>
<<No, padre.
Non fa freddo,>>rispose Madurer,<<è solo
un po’ meno caldo,
perché l’estate è passata. Ma non occorre il fuoco.
Tutto il paesaggio
dalla prima stanza era mutato: non in modo vistoso, ma in ogni particolare.
Madurer aveva spiegato tutti i mutamenti del murale tra cui la rappresentazione
della storia del principe Njulabey che iniziò a raccontare a suo padre:” Njulabey
era un principe che aveva la mia stessa malattia : egli era anche allergico a diversi cibi e ciò lo
rendeva molto vulnerabile e quindi
faceva fatica a camminare. Ma, nonostante la sua malattia, era felice,
perché riusciva a immaginarsi persone,
anzi amici, con cui potesse parlare senza essere disturbato.
Però iniziò a
crescere e a perdere la fantasia e diventò triste.
Quando suo padre
morì e lui diventò re dovette
iniziare a comportarsi come tale. Diventò un grande sovrano e scelse come suo
successore un uomo che da ragazzo si era preso cura di lui e lo aveva accudito
come se fosse stato figlio suo”.
<< Ti è
piaciuta la storia, padre?>> chiese Madurer.
<<Sì>>
rispose il burban.
<<Padre,
sapete che Sakumat e io stiamo per dipingere la notte e le stelle, così il re
potrà guardare il cielo ogni notte!>>.
Giulia
e Dario
……………-non ricordi cosa diceva quel ragazzo nella storia di Zineb e
i pirati, Sakumat?
Diceva :”tutti i pirati sono nemici di tutti”.
-No, diceva :”Per un pirata tutto il mondo è pirata”.
-E’ più o meno la
stessa cosa, no?
-Sì , infatti. E poi, cosa accadrà?
Il Tigrez venne attaccato dagli spagnoli, ma
fu salvo grazie al capitano Madurer, che li precedette con un attacco a
sorpresa.
Ci fu una battaglia navale. Morirono molti pirati e solo Madurer riuscì
a salvarsi.
-Chi vinse, Sakumat?
-Secondo te, Madurer?
-“Per me vinsero gli spagnoli, ma Madurer
riuscì a scappare dal Tigrez e nascondersi
nella nave degli spagnoli. Quando gli spagnoli
arrivarono in Spagna, scesero dalla nave e Madurer ne approfittò, rubandogli
l’imbarcazione e così continuò il suo viaggio verso l’orizzonte. Durante il suo
viaggio girò tante città e raccolse attorno a sè un gruppo di persone fedeli
che sarebbero diventate il suo equipaggio”.
-Bravo Madurer, sei un bravo scrittore come ho sempre detto!
-Grazie Sakumat.
“Durante il viaggio di Madurer, la nave dovette affrontare una
fortissima tempesta, con pioggia e fulmini, superando pericoli di ogni genere. Sarebbe
stato un lungo e faticoso viaggio.
Madurer avrebbe affrontato tante guerre, tra cui quella con i greci:
questi erano forti e valorosi, ma non erano bravi a costruire le loro enormi
navi”.
Madurer dopo un po’ si addormentò e cominciò a sudare; Sakumat,
preoccupatosi, chiamò il burban che svegliò il ragazzo.
Il ragazzo, svegliatosi, si rese conto che si era addormentato senza
volere.
Francesca & Andrea
…-Ti ascolto-e Ganuan avvicinò la testa a quella del figlio.
-Il prato sente una stanchezza felice,-disse
il bambino, con il tono di chi rivela un segreto,-come quando si corre molto
nel gioco. Il prato ha corso molto…
Sakumat intervenì:- Il prato è vissuto, ha
dato piante, fiori e frutti, ma ora per lui è il momento di riposare per
sempre.
Il Ganuan spiegò meglio al figlio che aveva la fronte corrugata, segno
di un’incomprensione:-“Ogni cosa e ogni persona dà ciò
che deve dare e alla fine si assopisce; anch’io un giorno me ne andrò e tu
andrai avanti da solo”…-
Madurer non aveva capito proprio tutti i particolari, ma si accontentò
di questa spiegazione.
La sera Madurer ripensò a ciò che gli aveva detto il padre e sentì
dentro il proprio cuore un indescrivibile senso di pace.
Linda e Andrea
L’inizio di una nuova vita
Quando Madurer fu morto, e la casa e il villaggio ebbero pianto per molti giorni…
Sakumat fece ritorno a casa, ma la sua vena artistica e la sua fantasia sembrava fossero morte con il bambino. Non era più in grado di toccare un pennello né di immaginare i disegni che i suoi committenti continuavano a chiedergli.
Per tanto tempo lui aveva creato la vita e raffigurato un mondo anche irreale che, tuttavia, con le sue pennellate appariva vero e palpabile.
Forse ora era arrivato il momento di vivere la vita e non più solo di rappresentarla, anche se magnificamente, come lui aveva fatto per tanti anni.
E allora……..
Conobbe le persone del villaggio e si fece qualche amico, con il quale beveva il tè, cucinava e parlava quietamente delle cose presenti.
Visse a lungo in pace, facendo il pescatore.