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Il giorno 20-02-08 la classe prima B si è recata alla Pinacoteca del Castello Sforzesco per andare a vedere la rappresentazione dei paesaggi di alcuni dipinti del Rinascimento e del '700.
STORIA DEL CASTELLO
Anticamente il potere della città di Milano era conteso tra due famiglie nobili: i Visconti e i Torriani. Durante la battaglia di Desio, nel 1277, i Visconti riescono ad impossessarsi del potere. E fu proprio un componente della dinastia (Gian Galeazzo Visconti) ad iniziare i lavori per costruire il Castello Sforzesco, il cui lavoro fu poi completato dagli Sforza (da cui il nome). Sotto il dominio di Ludovico il Moro nessun esercito riuscì ad entrare nella fortezza per mezzo delle armi; solo i francesi riuscirono a penetrare per mezzo però dell’astuzia, corrompendo la sentinella. Nel 1500, saliti al potere, i francesi sembrano però avere l’intenzione di abbattere il castello. Alla fine del 1800 l'architetto Luca Beltrami diede inizio a diversi lavori di restauro.
PINACOTECA
Nella Pinacoteca del castello sono raccolti gran parte dei dipinti di Milano. Il suo simbolo è la “Madonna del libro” di Vincenzo Foppa. Rappresenta Maria con in grembo Gesù Bambino, al quale sembra leggere la Bibbia. Il paesaggio è rappresentato dietrodi lei, mentre realmente si troverebbe davanti. Inoltre non si tratta di uno sfondo dorato, ma di un paesaggio molto più simile a quello reale. Dall’alto pende una fune di corallo, simbolo di Cristo.
VINCENZO FOPPA
Il quadro “Martirio di San Sebastiano” rappresenta un uomo legato ad una colonna, intorno alla quale sono dipinti alcuni arcieri che lo trafiggono. L’opera è stata realizzata con colori ad olio su una tavola di legno. Lo sfondo rappresenta una città: per realizzarla è stato usato molto il giallo per creare una luminosità quasi reale; sono anche molto curati i particolari degli alberi per creare un effetto “luce-ombra”. Per le vesti degli arcieri invece sono stati molto usati il blu, il rosso, e il giallo, i tre colori fondamentali.
AFFRESCHI
Questo tipo di pittura non è curato come i quadri perchè va realizzato direttamente sulla parete appena intonacata, quindi ancora fresca. Il colore si asciuga insieme all’intonaco e i tratti sono molto decisi e non si ha quindi il tempo di rifinire ogni particolare, altrimenti la parete seccherebbe prima di aver terminato l’opera. Quelli che abbiamo osservato raffiguravano San Francesco e San Giovanni Battista. Entrambe le pitture erano poco dettagliate e con un paesaggio elementare.
LEONARDO DA VINCI
Arrivato a Milano Leonardo dipinse “La Vergine delle rocce”. Il dipinto raffigura la Madonna circondata da due bambini e da un angelo. I loro sorrisi sono particolarmente curati e le pieghe della pelle e delle vesti sono molti vicine alla realtà, ma, particolare curioso, il paesaggio è molto importante nel complesso della pittura e, in lontananza, assume lievi sfumature verde-bluastro, come effettivamente sono i paesaggi lontani nella realtà. Il quadro è stato però completato da un altro pittore che ha comunque mantenuto il più possibile lo stile sfumato e leggero di Leonardo, aggiungendo delle decorazioni (le “grottesche”) sul retro del quadro.
CESARE DA SESTO
Come Leonardo, anche Cesare aveva uno stile molto sfumato e luminoso. Il quadro rappresenta San Rocco, protettore degli appestati. I riflessi celesti creano un effetto di movimento della luce sul Santo. Il quadro non è stato da lui completato perchè è morto prima di averlo terminato.
TIZIANO
Il quadro rappresenta San Pietro Martire (un inquisitore) che, tornando nel bosco, viene assalito e poi ucciso da tre briganti. Il pittore ha uno stile veneziano, con sfumature molto marcate e paesaggi cupi e bui.
GIACOMO CERUTI (PITOCCHETTO, 1700)
Diversamente dai pittori di epoche precedenti, questo pittore raffigurava i pitocchi (i poveri, da cui il soprannome). Il quadro che abbiamo avuto modo di osservare rappresenta un contadino con una gerla e una giovane filatrice, accompagnati da diversi animali come pecore e buoi. Contrariamente alle aspettative, i due non hanno l’aria affaticata, anzi appaiono piuttosto sereni e ben formati, dai visi belli e lo sguardo fiero. Inoltre lo sfondo semplicissimo mette in evidenza l’umiltà dei personaggi.
MAGNASCO ALESSANDRO
Magnasco è detto anche il Lissandrino (Genova 1667-1749) Tra le sue opere: Corvo ammaestrato, I frati pellegrini e Il refettorio del convento. Lo stile di questo pittore è molto diretto e forte. Disegna spesso paesaggi burrascosi, che però nascondono sentimenti profondi. Dipingeva con pennellate decise e intense. In un dipinto, in parte suo, viene raffigurata la piazza del mercato di Milano: il pittore aggiunge però alcuni elementi che appartengono ad altre zone della città o che sono addirittura inesistenti.
CANALETTO
Era uno dei pittori veneziani più importanti. Nei suoi quadri veniva spesso rappresentata la vita di Venezia, ma la sua interpretazione era molto più luminosa e bella della città reale, non rappresentava le cose esattamente come erano nei fatti, ma voleva far arrivare l’idea in modo più immediato.
BERNARDO BELLOTTO
Nipote di Canaletto, fu forse ancora più grande dello zio. Rappresentava le cose in modo molto realistico e con estrema precisione. Dipinse Milano, Londra e Varsavia. I suoi dipinti erano talmente accurati che quando la città fu distrutta, si recuperarono i dipinti di Bellotto per ricostruirla uguale. Era molto preciso anche nel creare l’effetto di umidità, nelle ombreggiature e nel disegnare i mattoni degli edifici.
FRANCESCO GUARDI
I dipinti di questo pittore erano realizzati con colori ad olio. Anche lui dipingeva burrasche, ma con pennellate più leggere, molto simili all’acquarello.
IRENE, FRANCESCA, SHANJ, ALESSANDRO