Il
24 Gennaio 2011 abbiamo visitato
Ci
ha fatto da guida il proprietario del museo, Nicola Scarano.
Nicola,
sin da ragazzo, suonava la chitarra e, siccome era appassionato di musica, un
giorno decise di condurre una ricerca sull’origine degli strumenti musicali.
Intraprese
molti viaggi e visse a lungo in diversi Paesi, recuperando
strumenti molto antichi, di tantissimi tipi. Al suo ritorno in Italia, Nicola
decise di esporli tutti in un unico
luogo,
All’inizio
della visita ci ha mostrato le conchiglie, provenienti dalle Filippine, che venivano utilizzate dai pescatori per attirare gli squali,
spiegando che le onde sonore si propagano in acqua 5 volte più velocemente che
nell’aria. Con un solo squalo si riusciva a sfamare un intero villaggio.
Le
conchiglie venivano utilizzate anche come strumento
musicale nei festeggiamenti.
Poiché aumentava la quantità degli strumenti, Nicola,
decise di suddividerli in 4 categorie: gli idiofoni,
(cui appartengono anche le conchiglie), i membranofoni, i cordofoni e gli
aerofoni. Gli strumenti musicali
più conosciuti della categoria dei membranofoni sono i tamburi, i timpani, le
grancasse ecc. .
Nicola
però ci ha mostrato non un semplice tamburo, ma un tronco cavo, ad una cui estremità
era stata applicata un pelle di animale molto
tesa.
Nicola ci ha detto
che risaliva a tantissimo tempo fa , perché già nell’ antichità esisteva una
forma di arte musicale. Ci siamo poi spostati al piano superiore, dove Nicola
ci ha mostrato gli strumenti della categoria dei cordofoni. Il primo strumento
a corda risale a 15.000 anni fa circa.
Ci è
piaciuto molto l’ arco musicale, che veniva utilizzato in Brasile durante le
feste, accompagnando i movimenti di un’ arte marziale chiamata Capoeira.
Il
suono dell’ arco musicale viene amplificato se ad esso viene applicata
una cassa di risonanza : in questo caso prende il nome di Berimbau.
L’ultima categoria che Nicola ci ha mostrato è quella degli aerofoni, ovvero
gli strumenti a fiato. Tra questi, un corno di gazzella proveniente dal Sudafrica.
Il corno era forato al centro e, soffiandoci dentro, Nicola riusciva a produrre
un suono bellissimo.
Questo suono ha concluso “musicalmente” la nostra visita alla Strumentoteca di Nicola Scarano.
Davide Sacco e Arianna Calcaterra