“Recitare è sicuramente uno dei tanti modi per esprimersi e a me piace attraverso quest’ esperienza cercare di dare il meglio di me.” Dice Federico, il nostro bel narratore.
“L’esperienza del laboratorio teatrale” dice Sofia “mi ha aiutato a diventare un po’ meno timida.”
Randa, la saggia: “Attraverso il teatro abbiamo appreso nuove conoscenze; inoltre abbiamo imparato a partecipare tutti alla realizzazione di uno spettacolo, non escludendo nessuno; abbiamo poi presentato ad altri il nostro lavoro.”
“Il teatro è un’avventura da vivere con gli amici e con chi non conosci ancora bene; ti aiuta a sconfiggere la paura, non solo sul palco, ma nella vita, ti dà un autocontrollo maggiore… e tutto ciò serve sempre.” Così dice Erica, la filosofa.
“Per me recitare è come uscire dal mondo, mi dimentico di tutto e mi sento benissimo! Ma è importante comprendere il significato di ciò che si dice, per comunicarlo e rappresentarlo meglio” dice la vivace Gaia .
“Io sono contento di non aver sbagliato, perchè ero molto emozionato, infatti ero color rosso pomodoro...”dice Riccardo, il vocione.
“Anche quest’anno io e i miei fantastici compagni di classe abbiamo fatto una drammatizzazione molto significativa…” dice l'allegro Joem.
Abbiamo raccolto alcuni pensieri espressi da noi alunni di 3 F sul laboratorio teatrale, che è una delle attività che caratterizza il nostro corso. Vogliamo ora spiegare il lavoro che abbiamo fatto quest’anno e di cui presentiamo il filmato.
“La storia siamo noi” è il nostro terzo ed ultimo spettacolo, che abbiamo presentato quest’anno in occasione della Giornata della Memoria, il 27 gennaio 2012, nell’auditorium della scuola.
Questo spettacolo è costituito da tre scene: la prima presenta l’esperienza della deportazione e del campo di concentramento; la seconda racconta storie di bambini ebrei che sopravvissero alla Shoah; la terza presenta gli articoli della Costituzione Italiana, che affermano principi di uguaglianza e di pace.
Il testo è una rielaborazione di scritti e di testimonianze del periodo della dittatura nazista, espresse in italiano, inglese e tedesco, lingue nelle quali ci esercitiamo nel laboratorio teatrale.
Le nostre insegnanti hanno pensato che il contenuto dello spettacolo sottolineasse il legame che c’è tra la Giornata della memoria e la Festa della Liberazione, per cui ci hanno proposto di rappresentarlo anche in occasione del 25 aprile, presso l’Auditorium del Consiglio di Zona 3.
“Io penso che questo spettacolo aveva delle “trovate” sceniche bellissime, che riuscivano a comunicare la tragedia della Shoah: nella prima scena lo stanco adagiarsi dei corpi al suolo e la voce “malvagia” di Hitler, costruiscono un’atmosfera rigida, cupa, triste. Io recitavo la poesia di Primo Levi e avvertivo la responsabilità che avevo di recitare senza errori ed in modo espressivo.” Cecilia.
“…calarmi nella parte mi ha fatto vivere delle forti emozioni, che mi hanno reso partecipe, e non solo spettatrice, di un dramma così grande e sconcertante. …era come sentire sulla mia pelle il terrore, la disperazione per aver toccato il fondo, per essere stati privati di tutto: abiti, scarpe, capelli e persino del nome.” Sara.
“Nell’ultima rappresentazione abbiamo addirittura fatto commuovere il pubblico e la prof. Buttitta, che ci guardava orgogliosa! Secondo me, la fatica per la preparazione dello spettacolo e l’ansia prima della messa in scena vengono ricompensate dallo scrosciare degli applausi del pubblico.” Cecilia.
Rachele e Erica 3 F